GTV2000 - La Collezione

Gli interni sono curati, ma per me il difetto maggiore è che il cruscotto, pur se riprodotto assai fedelmente, è troppo piccolo! Rimango dubbioso sul colore del pavimento...

Insomma, ho approfittato dell'offerta dell'Alfaclub tedesco la cui boutique la propone a 94€ per i soci. Siccome ero a Zandvoort e che la tessera olandese valeva lo stesso, l'ho presa a quello che è il prezzo migliore visto finora, e pure senza spese poiché me la sono portata a casa direttamente.

Ecco, finalmente ho vinto una 6C2500 SS Berlinetta BBR a un prezzo accettabile.

Mi dispiace Aldo, mi è capitato una Mille Miglia 1940; se fosse stata una LM 39, te l'avrei scambiata senza problemi.

Comunque ineccepibile, nuova in scatola, presa dal buon David Tarallo, un venditore sempre al 100% affidabile.

La targa è storta...

... ma si tratta di un modello venuto bene, uno tra gli ultimi della BBR in cima alla mia lista dei desideri.

Beautiful model! I've seen it for couple of times on ebay, but it was pretty expensive. Congratulations!

Thanks. The RaMei is even better, but more rare and expensive!

Ecco il modello che avevo ricevuto agratisse dal venditore olandese che mi ha venduto al GTV6 Safari della pagina precedente. Lui stesso aveva ricevuto questo modello come extra nel pacco delle sue vincite all'asta Vectis. Si era convinto che il modello fosse mancante di molte parti, mentre a guardarlo bene, è completo. Il volante ce l'ho, solo che avevo la macchina foto in mano prima di averlo riattaccato, quindi sulla foto mancano volante e leva del cambio. In realtà devo anche sistemare una sospensione posteriore ballerina.

Dopo ricerca, si tratta di un modello A&G (ag02), in metallo, e rappresenta la 6C1750 di Campari alla Targa Florio 1931. Si nota che il numero sul radiatore in realtà era più piccolo. Nessuna traccia sul modello dei piccoli plexiglass a mo' di parabrezza. Ho visto foto di altri esemplari del modello, erano indentiche, quindi nessuna mancanza.

Ecco l'evidenza del numero troppo grande: in realtà stava tutto sopra la barra orizzontale che collega i supporti dei fari. Si nota la caratteristica tipica delle Alfa A&G: l'assale anteriore e le levi sono in fusione dettagliata, al prezzo di essere un po' fuori scala. Gli altri fabbricanti in genere s'accontentano con un tondino senza particolari.

Entrambi bei modelli, Patrick!
Ma la 1750 che quotazione ha?
Perchè l'ha in vetrina un negozio in provincia di verona, proprio identica alla tua, ma il prezzo a cui la vende mi pare sia aggiri sui 150-200€...

Difficile stabilire un valore per un pezzo raro, ma che probabilmente ha anche una fascia di collezionisti disposti a pagare alquanto ristretta. Chi le conosce, le A&G? Chiaro che il richiamo di BBR, tanto per fare un esempio, è molto maggiore.

Comunque 150-200 sono molti. 100-120, probabilmente li puoi spuntare su eBay.

Poi guarda che la BBR Duxia che ho vinto ora in Inghilterra mi viene 87, che sono 100 con la spedizione, completa di scatola in stato nuovo (la faro' vedere a giorni, quando sarà arrivata). La stessa identica è finita a 228 la settimana scorsa, venduta da David. Quotazione, ergo?

Quindi se ne deduce che il valore di un oggetto non è il costo di mercato ma quanto una persona è disposta a spendere per averlo.

Beh, quella che dici è appunto la definizione di prezzo di mercato. Il problema è spesso e volentieri che il venditore, se ha visto (talvolta anche creduto...) che un pezzo simile (o che non c'entra nulla) è stato venduto a un prezzo X, ti spara quel prezzo dicendoti che è il suo prezzo di mercato. Stranamente, in quei casi, se il modello gli rimane invenduto per due o tre anni, non è che adegui il prezzo al "mercato". Riferisco di situazioni vissute e commentate sulle borse di scambio.

Ci possono essere altri problemi. Mettiamo questa 412 della FB Models. Si tratta di un modello, diciamo, recente, che non brilla troppo per rifinizione o raffinatezza: verniciatura si' lucida, ma troppo spessa che nasconde i dettagli, parabrezza che c'entra poco col vero, e pure inclinato in avanti, mascherina molto più grezza di quelle usate nella prima produzione FB, ecc.

Ora non sono sicuro se ne è esistita una "prima versione", basta andare qualche pagina indietro in questa sezione per vedere invece la sua "sorella" 8C2900B in due esecuzioni, la vecchia essendo incomparabile. Ebbene, hanno lo stesso numero di catalogo, quindi dovrebebro essere uguali. Chi lo stabilisce il valore dell'una e dell'altra?

Noto che rispetto a quella in vendita in Inghilterra, questa non ha il fanale centrale. Eppure l'ho comprata nuova in negozio, non è che sia andato smarrito. Invece questa ha le cinghie che mantengono la ruota di scorta.

Ecco la 412 FB vista da dietro.

Ué, un attimo di autocongratulazione : vedo che questa mia sezione ha superato le 20 000 visite !

Oggi vi presento qualcosa di proprio particolare. Più che di modellismo o di obsoleti, che qualcuno di voi odia, si tratta di archeologia dell’automodellismo.

Vogliamo metterci nei panni di chi voleva, alla fine degli anni 50, il modellino di qualche macchina non riprodotta dai fabbricanti di giocattoli di allora ? Di disponibile, c’erano le ormai mitiche Dinky Toys in Francia e Inghilterra, in Italia le Mercury (pero’ al 1 /48), le vecchie e bruttine Politoys in plastica, le Norev francesi appena meglio. Giocattoli spesso senza vetri, e senza arredamento interno. Al catalogo si aggiungevano si’ e no un paio di novità all’anno, di qualsiasi marca e bisognava accontentarsi.

Bene, nel 1957 un Francese di provincia perde il proprio lavoro, e passa un po’ di tempo a realizzare modellini sulla tavola di cucina dell’appartamento di sua madre con cui abita allora. Realizza modellini in scala 1/43 in legno, partendo di qualche foto trovata nella stampa « specializzata », un pezzo di abete, e ruote prese da qualche marca di autogiocattoli. Questo signore Raymond Daffaure vince un concorso di modellismo nel 1958 e spera, con questo, di trovarsi qualche acquirente per le sue produzioni. Manda di qua e di là dei « cataloghi » scritti a penna, con quello che ha fatto o puo’ fare. In realtà, lavora su ordinazione, e oltre ai modelli del catalogo, puo’ realizzare qualsiasi modello a patto di avere la documentazione. Sono tutti pezzi unici, quindi, anche se alcuni modelli sono stati riprodotti più di altri. Li vende anche a prezzo basso, sui 12 Franchi Francesi all’inizio. Faceva, a quanto sembra, almeno un modello completo al giorno…

Continuerà cosi’ fino al 1978, e si stima che il totale della produzione abbia superato i 12 000 pezzi.

Ho quindi vinto l’asta per due modelli di Alfa Romeo prodotti da R.D., che sta per Raymond Daffaure, istallato a Marmande, nell’ovest della Francia. Queste due Giuliette non si trovano sui cataloghi, né sono numerate. Cio’ non basta a considerarli pezzi unici, perché non sempre numerazione ecc. erano rigorosi. Si puo’ comunque supporre che siano contemporanee con la produzione della Giulietta Sprint Veloce di prima serie, e con la Giulietta Spider, cioè dei primi tempi dell’attività di Daffaure.

Non sono, ovviamente, eccezionali come fedeltà di linee. Figuratevi il tizio che scolpisce il pezzo di legno sul tavolo di cucina, con un paio di foto di una rivista di automobilismo come riferimento. Sono anche verniciate col Humbrol steso a pennello, non è mai stato il massimo. Eppure, pur con le difformità, un qualche fascino ce l’hanno, e sono sorprendentemente rifinite, fino alla leva del cambio al volante, ai comandi, all’autoradio e alla sua antenna che è anche solida se è sopravissuta 50 anni.

Sembra che per delineare le aperture Daffaure usasse un fino filo metallico incollato alla scocca. Qui si vede bene la verniciatura di smalto a pennello, pero’ anche il fatto che la linea si avvicina comunque, se si guarda alla rastrematura della Sprint verso il posteriore.

Per quel che si puo’ pretendere da un simile pezzo d’archeologia, il frontale della Spider è accettabile almeno quanto le riproduzioni dell’epoca. Notare l’uso abbondante del nero per sottolineare i particolari, anche se ovviamente, trattandosi di una produzione per clienti e a prezzo contenuto, la nitidezza lascia a desiderare.

Il passo è forse un po’ lungo, ma qui si vede bene la notevole cura degli interni. Il parabrezza è senza vetro, difficile stabilire se è andato perso, ma non ci sono tracce di colla.