GTV2000 - La Collezione

Le gomme di questi kit, dopo oltre 30 anni, si crepano purtroppo. Qualcuno ne propone delle nuove, ma il prezzo è proibitivo. Chissà che ora con la riedizione del kit da parte Italeri, si possano trovare più facilmente?

Questo mi è anche arrivato sporco. La polvere sottilissima era appiccicata al modello, probabilmente era stata tenuta in una stanza fumatori. Ma sono riuscito a rimediare col detersivo, per fortuna i decal hanno retto bene.

Chi l'ha montata ha ottenuto un bel effetto cromato sull'alettone, un risultato non facile.

Eccola accanto alla sorellina 1/43, una Tenariv che montai appena usci' il kit, tra il 1980 e 1981.

La mia interpretazione del rosso Marlboro era più sull'arancione fluo, forse esagerato, mentre penso che il rosso della Protar forse invece è un po' troppo intenso.

Ecco le due versioni accanto l'una all'altra. Decisamente più bella la 1980 col muso corto. Anche qui avevo usato l'arancione fluo, troppo chiaro.

Ma il lavoro fatto sui fili candele e tubicini di alimentazione fanno che difficilmente darei via la 179C.

Eh no, ci credo, con quei dettagli aggiunti... bella coppia

Anche se questa Protar è ormai vecchia oltre 35 anni, andiamo più indietro ancora nelle monoposto.

Questa è una che mi sta a cuore, poiché faceva parte del trio 12C37/312/316 sul quale ho pubblicato il mio primo "saggio" storico sull'Alfa ormai quasi 20 anni fa.

Ed è una di quelle produzioni a mano, in legno scolpito, di Raymond Daffaure. Per averla ho dovuto puntare assai, ma appunto era di particolare significato.

Eppure non è tra le più belle, anzi. Ma ancora 20 anni fa, se mi sono cimentato nella ricerca sule monoposto 37-39, era proprio perché non c'era da nessuna parte uno studio preciso su quelle macchine, in quanto anche Fusi aveva sbagliato le didascalie.

Quindi Daffaure avrà parecchio improvvisato perché di foto negli anni 60 non ne circolavano proprio. E si vede che ha dovuto improvvisare, perché l'unica parte che ci fa riconoscere la 316 è il muso - probabilmente l'unico lato su cui era documentato.

Vista cosi' non sarebbe male...

Qui già non ci siamo più. Le proporzioni la rendono troppo lunga, certo che per le ruote faceva con quel che aveva ma sono ridicolmente piccole, la coda... insomma, mancano le gobbe sui lati del cofano...

Ma l'altro lato è decisamente peggio, perché non ha pensato che per un 16C ci volevano scarichi da entrambi i lati...

E la vista tre quarti posteriore non fa altro che esaltare la coda molto approssimativa.

Pero' chissà per quanti anni questa sarà stata l'unica riproduzione in scala di una macchina del tutto sconosciuta, per aver corso una sola gara.

Come sempre, la firma a mano sotto al modello, con l'errore di datazione (1936 anziché 1938), ma anche la data di produzione: 1964. La preistoria del modellismo.

Dalla 316 qui sopra alla 312, il passo è... corto.

Più corto ancora ma mano che si va giù per la... scala.

Le due 312 che ho fatto intravvedere nell'altra sezione sono micro-kit spagnoli, della Minairons. Questa ditta propone innanzitutto modelli militari (guerra civile e seconda guerra) in scale piccoline: 1/72, 1/100, 1/144. Mi sono imbattuto nella loro gamma chiamata "1938 Grand Prix", dove spiccano la Mercedes W154, l'Auto-Union Tipo D e la "nostra" Alfa Romeo 312.

Esistono sia in 1/72 che in 1/100, e ho ordinato tutt'e due, che costano pochino.

Vengono vendute in bustine, dove solo il cartoncino ci dà indicazioni sul contenuto e l'origine.

Scartata la busta, ecco che troviamo "simple kits" come annunciato.

In tutto scocca, assali, ruote e pilotino, tutto qui.

Siccome la fusione è decisamente precisa, c'è poco lavoro prima della mano di fondo e della verniciatura.

Da qui, poco lavoro pure per rifinirle.

Ecco quindi i primi modelli usciti dall'officina di casa dopo parecchio tempo...

Questa la "grande"

Sempre la 1/72

E questa la piccola

Sempre in 1/100

Eccole insieme, con in fondo la 316 in 1/43 per il confronto delle dimensioni.

Un altro confornto dimensionale.

Le trovo carine... e richiedono poco spazio nella vetrina!

Torniamo un attimo in Brasile, con la FNM. Ma anche a livello di modello, si tratta di una FNM prodotta per una collezione edicolosa di auto brasiliane.

Abbiamo quindi la FNM 2000, un po' giocattoloso anche nella scala, che sembra più un 1/40.