GTV2000 - La Collezione

Ottima sotto ogni angolo

Sotto non si trova niente ad indicarne l'origine. Si dice sia stata fusa da un fornitore abituale dell'Alfa. Ci sono delle varianti di fusione, ma sono simili.

Qui ho una spiegazione.

Avevo preso una copia della scatola di una messa in vendita anni fa completa di scatola.

Su una foto d'epoca, si puo' distinguere che un'esemplare regalato dal Presidente Alfa nei primi anni 50 avesse proprio questa scatola.

Carino lo stemmino riportato sul musetto.

Prossimamente scrivero' qualche righe sul modello e le sue varianti, almeno quelle che conosco.

Sono tutti interessanti, anche se al di fuori dei miei margini collezionistici, soprattutto il modello in legno, davvero un lavoro non alla portata di tutti

Infatti, so che questi pezzi sono al di fuori dalle tipologie collezionate dagli abituati del sito (e per questo ci metto un po' d'umorismo in certe presentazioni), o quantomeno da quelli che scrivono, perché risulta che ci siano molti visitatori, anche abituali, che non sono iscritti e/o non scrivono, e magari in qualche altra occasione mi fanno sapere di seguire il forum dall'esterno. Tra l'altro le statistiche di visite lo dimostrano.

Per quanto mi riguarda, con gli anni, sono via via più sensibile al fascino e alla storia dietro a modelli d'epoca che non alla freddezza (descrizione letta di recente) dei modelli nuovi. Da un lato perché le novità, basta staccare l'assegno e te la porti a casa, mentre ci vuole più pazienza, una certa cultura specifica e un po' di fortuna per scovare quei pezzi di storia. Che sono infatti un tutt'altro campo di ricerca. dall'altro lato mi sono un po' stufato dalla valanga di novità costose, ora poi spesso e volentieri in scala grande e doppioni per i quali non c'era quella grande attesa. Sarà rifinita bene una 33TT12 TSM, ma quante TT12 ci sono già nella vetrina, alla fine neanche si sa più dire al primo colpo d'occhio quale sia la Minichamps, quale la TSM, quale persino la M4. Fanno eccezione pezzi pregiati come quelli di Autodelta43 o di Gulp, che hanno pure un loro prezzo ma anche un "supplemento d'anima" che lo giustifica, ammesso che uno se lo possa permettere, purtroppo.

Poi ovviamente ci sono i lavori in proprio sui quali vado molto a rilento, ma ci vado, ci vado...

E con questo Buon Natale a tutti, anche a chi ci legge senza scrivere mai.

Nell'ultimo messaggio, accennavo a lavori in proprio, ed ecco che stamattina volevo fotografare un confronto, con un modello ricevuto poco fa e un po' rimesso in sesto, e una 8C2.3 Spark.

Nel tirarle fuori dalla vetrina per la foto, mi giro per chiudere la vetrina, e la Spark mi cade dalle mani. Accidenti... rovinata, inutile ripararla, meno male si trova ancora facilmente in giro. Poteva anche succedere con qualche modello introvabile, d'altronde un giorno o l'altro qualche casino deve pure capitare.

Intanto, un lavoretto da 15 min. (e ho pure fatto una foto sfuocata...), il parabrezza di quella 159 di legno era stato sostituito con un pezzo di acetato retangolare che non mi piaceva.

Mi è venuta l'idea giusta l'altro giorno quando ho visto che una scorta di acetato tenuta via da anni al riparo dei graffi era completamente ingiallita. Bene, il materiale perfetto per un piccolo restauro su un modello vecchio 65 anni.

Et voilà...

Il motivo del confronto andato a... valle era questo.

Una 8C2300 LM 1932 presa poco fa a buon prezzo per essere un kit montato MCM. Quei modelli di Gouel hanno un qualcosa che non riesco a definire ma che li rende molto accattivanti. Se la guardi bene, trovi pure difetti e approssimazioni, ma credo che la qualità dell'incisione dei particolari sul corpo vettura dia un particolare risalto alla verniciatura, e complessivamente rende bene.

Christian sta ultimamente armeggiando con vari tipi di ruote, quelle di MCM rendono bene anche per l'altezza giusta della spalla delle gomme, e perché i raggi fotoincisi dipinti di rosso nascondono i difetti tipici di quelle ruote. Su questo e sulla resa complesiva del corpo vettura volevo fare il confronto con la Spark, che pure per modelli di grande diffusione hanno ruote decenti, ma di molto troppo piccole.

Ecco quindi il modello MCM come l'ho ricevuto, con qualche chip di vernice su qualche cresta, e con una brutta macchia di colla sul parabrezza.

Bella la verniciatura, ma badate alle calotte sui fari, sbagliati di forma e di colore rosastro. Non giurerei che il radiatore fosse rosso.

Si vede che aveva pure bisogno di ritocchi sul copricapote. I canali esagerati delle ruote sono accettabili perché rossi.

Un chip pure sulla pinna e sul parafango. L'abitacolo è curato, ma il volante non era di legno. Invero, questi volanti assemblati sono si' carini, ma al prezzo del fuori scala.

Il fondino è senza marchio, ma si riconosce la costruzione MCM dalle viti di assemblaggio.

Eccola ritoccata e con parabrezza e tergi sostituiti. Purtroppo ho pure dovuto in un secondo tempo rincollare qualche particolare rimasto vittima collaterale della caduta della Spark...

Il riferimento ai lavori fatti in proprio non si limitava pero' al ripristino della MCM presentato sopra.

Infatti, per la prima volta dopo parecchi anni, ho finalmente finito un kit montato interamente, non un semplice restauro.

Ne avevo parlato già anni fa (ed era in corso da tutto quel tempo) quando in basso a questa pagina facevo vedere la 8C35.

Avevo messo da parte un set di ruote a raggi BBR per montare per bene un vecchio kit John Day di 12C36. Dicevo che, siccome le linee del corpo vettura erano ben riprodotte, se ne poteva ricavare un modello pari alla produzione recente.

Ecco come è venuto fuori, considerando che in alcune aree potevo anche fare di più, ma alla fine è prevalso un senso di misura nel lavoro considerando certi limiti difficilmente superabili del modello base.

Il modello riprodotto è la Tipo C con cui Tazio Nuvolari vinse il GP di Penya Rhin nel 1936 (e non quello di Budapest come riportato sulla copertina della rivista Scuderia Ferrari, a Budapest aveva il #24 - lo "scandalo" è stato già approfondito, sembra che la notizia della vittoria ungherese sia arrivata quando ancora non c'erano altre foto disponibili che quelle della gara precedente, e Ferrari avrà pensato "tanto i lettori non faranno la differenza").



La stessa foto su un sito dedicato ai circuiti di Barcellona:



La ragione della scelta di quella gara è precisa: ho notato che John Day ha riprodotto una Tipo C con lo stemma sul radiatore e non sopra. Ora a cercare tra le imagini di 12C con tale caratteristica (probabilmente un solo o due esemplari), ho trovato questa corrispondenza che allo stesso tempo raffigura una vettura di Nuvolari, una gara vittoriosa, e complessivamente una decorazione fattibile senza cercare troppo, cioè coi decals a disposizione.

Il radiratore ha dunque lo stemma dipinto (meno ricercato di quanto facevo una volta, è venuto cosi' alla prima, non ho ritenuto di rifarlo), e il limite forse principale del modello: il modo in cui la griglia di radiatore è incisa sul corpo vettura commandava di verncicarlo tutto nero, che quansiasi tentativo di dipingere una rete poteva solo essere peggio. Il risultato è un aplat nero che ne esalta forse troppo la formaa tonda. Invece, dopo un primo studio di foto che sembrava lasciasse l'auto tutta rossa, mi è rinvenuta una copia migliore da cui si desume avesse il muso cerchiato di giallo, per cui a modello già verniciato ho preso il pennello e ho armeggiato un po' tra giallo e ghiera cromata, per via dell'irregolarità del rilievo.

Le ruote BBR tipo "anni 30-40" sono decenti, sempre col canale esagerato, ma insomma. Le gomme invece hanno la spalla bassa, specie al retrotreno, ci vorrebbero gomme diverse davanti e dietro.

Pero' il problema principale è stato che, rimaste 25 anni nella busta, le gomme sono essicate, e non andavano più sui cerchi! Ho dovuto fresarle all'interno per allargare il diametro. Le irregolarità sono state colmate col vinavil, e l'unica gomma ancora grande assai per andare sul cerchio alla fine si è spaccata. E' quella posteriore destra, anche li' il vinavil è venuto in soccorso per nascondere al 95% il problema (la fessura è in basso - al limite si vede meno della imperfezione di superficie in cima).

L'abitacolo è stato poco modificato, e ho usato decals disponibili invece di provare a farli a pennello. Avevo un volante fotoinciso, ma alal fine ho usato quello d'origine perché pur se con qualche difetto, ha le proporzioni più giuste di quello "moderno" ABC che avevo.

Sui bocchettoni ho usato per la prima volta il metal foil. Si puo' fare meglio, ero al primo tentativo col materiale. Anzi, la punta de bocchettone posteriore è "sparita" nel manneggiare il modello dopo ultimazione.

Ecco poi dove volevo arrivare nel montare questo kit: dimostrare che, alla fine, curato abbastanza e con ruote moderne, regge il confronto col kit ABC.

L'ABC rende complessivamente bene, non voglio dire. Ma a metterlo a confronto diretto, pur essendo 30 anni più recente del John Day, non è che si dimostri superiore.

Ci sono degli aspetti a favore dell'ABC, ma chiaramente anche altri dove il John Day è meglio. Sulla griglia di radiatore, l'effetto delle fotoincisione è migliore al primo impatto, ma non tanto più realistica se confrontata con l'auto vera. Per le sospensioni direi "insomma...", per la forma complessiva il vantaggio è a J. Day.

Ecco, sotto questa angolazione, vince la John Day: il volante di cui dicevo sopra, la forma della coda...

Stesso discorso qui, con inoltre le ruote BBR che convincono di più di quelle ABC.

Bella, complimenti.
Vediamo che riuscirò a fare con il medesimo kit ma 8c, già clonato e da cui ricavero anche la 12c.
Per i cerchi, che diametro hai usato?