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GTV2000 - La Collezione

Ultimo Aggiornamento: 07/05/2024 13:34
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11/07/2017 19:46

Inutile girarci intorno, il problema della scarsa definizione delle parti colate in resina si palesa nelle ringhiere del rimorchio.

E' possibile accettare allo stesso tempo ringhiere dallo spessore assurdo, e allo stesso tempo deformate in modo cosi' ridicolo?

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11/07/2017 19:50

Non è che, vedendo un risultato del genere sul prototipo, un produttore un po' serio puo' trarre un'unica conclusione, cioè che le ringhiere vanno fatte con altra tecnica o altro materiale?

E quel "pilone" dell'ascensore a macchine non sarebbe forse un po' storto?

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11/07/2017 19:58

A me sembra che per il rimorchio, alla Giocher si siano cimentati nello stampaggio di pezzi troppo impegnativi per le loro competenze. Non è bastato barare con gli spessori (di tutto, non solo le ringhiere, ma anche la struttura, le scali, ecc.), era comunque un pezo troppo grande troppo soggetto a deformazioni per la padronanza della tecnica di colatura dela resina.

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11/07/2017 20:07

Poi c'è un'altra cosa.

Va bene che il numero di assi è tornato quello giusto, e non è poco.

Ma siamo sicuri che l'asse in questione sia al posto giusto?

Non trovo in rete una foto con angolazione migliore, ma credo si capisca bene cosi': sulla vera bisarca, l'asse era spostato in avanti rispetto alla mezzaria del "vano" o spazio tra la coda e le colonne con le scali. Sul modello, invece, è spostato decisamente all'indietro... Perché????



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11/07/2017 20:09

Ecco il paradosso: allo stesso tempo, carini gli attrezzi, e inguardabile la scala tutta storta... [SM=g27992]

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11/07/2017 20:23

Considerando il normale prezzo di vendita, direi che non c'è da aggiungere altro. Davvero ridicoli i dettagli storti...
Avendo il mille vvff da montare, mi verrebbe voglia di autoprodurmi il rimorchio.
Comunque fa la sua porca fugura
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14/07/2017 13:13

Mi sarà anche capitato un esemplare difettoso con queste ringhiere storte, peggio di altri visti in foto, ma l'appunto di fondo sul fatto che andavano fatte con altra tecnica rimane.

Anche a guaradre altre di queste produzioni Giocher, encomiabili di per sé, rimango poco convinto dal trattamento tecnico dei dettagli. Tipico è l'uso del nastro adesivo per le cromature: andrebbe anche quasi bene se fosse sottile abbastanza e applicato con cura ineccepibile. Purtroppo non è cosi'.

Poi una bisarca Autodelta rimane una bisarca Autodelta per l'effetto che fa in una collezione, ma la reputo una mezza occasione mancata, perché a guardare bene non mancava molto.
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17/07/2017 11:57

E' già da qualche mese che ho usato un credito disponibile grazie ad altre vendite per un modello spettacolare, ma al quale mi era ovvio rinunciare per le condizioni e il costo complessivo: la Duetto Hachette in 1/8.

I mille e passa euro della raccolta, oltre all'azzardo delle dispense, erano per me quasi una presa in giro.

Poi si vede che altri l'hanno pensata allo stesso modo se qualcuno ha fatto montare in Cina qualche decine di invenduti per poi proporli alla vendita, montati e inscatolati, a meno di metà del prezzo complessivo delle dispense.

Comprai una in Germania (l'iniziativa del montaggio probabilmente è nata li', perché per alcune settimane gli esemplari in vendita erano quasi tutti in Germania), a dire il vero col mezzo dubbio se valesse veramente la pena, e poi dove cacciare un modello cosi' imponente?

Alla fine, ad averla in mano (servono tutt'e due!), direi che vale la pena. Se non l'ho ppresentata prima è perché mi era arrivata priva dello specchietto esterno, me lo sono fatto consegnare presso un amico tedesco, e l'ho recuperato dopo parecchie settimane.

Direi che "a dispetto della scala", è un modello che vale. Dico a dispetto perché, Pocher insegna, alle dimensioni spettacolare a volte corrisponde una non adeguata cura dei dettagli. Per essere un modello industriale cinese, c'è assai poco da ridire.

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17/07/2017 12:00

Aperture e chiusure, tra l'altro della capote, funzionano assai bene, anche se sulle prime non osavo tirare la capote abbastanza per agganciarla al parabrezza. Stessa cosa col copricapote, che va agganciato con un po' d'insistenza, ma funziona.

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17/07/2017 12:05

Quello che invece stenta a funzionare a dovere è la parte elettrica. Se infilo le batterie (nella foto l'alloggio nel baule), mi si mette a suonare il klaxon che a malapena riesco a zittirlo. Le frecce funzionano se trovo la giusta posizione della leva, ma non so perché quelle anteriori non funzionano più. Stesso discorso per i fari. Ero riuscito ad accenderli tempo fa, ora si accendono solo i fanali dietro: ci sarà un cattivo contatto da qualche parte, ma non ho idea di come metterci mano.

Ti forniscono anche la chiave d'accensione. Pensavo servisse a qualche funzione elettrica, ma non capisco. Eppure il blocco tende a "sputarla" fuori. Mah...

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17/07/2017 12:08

Mi è venuta sfocata la foto, ma gli interni sono niente male, anche se qualche particolare è fuori dimensioni: troppo piccoli i due contakm e contagiri. Poco realistico il blocco riscaldamento, leva del cambio articolata in un punto che gli dà una posizione bizzarra se spinta in avanti.

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17/07/2017 12:11

Forse, oltre all'effetto complessivo, la vista più appagante è quella del vano motore: tra dettagli come la busta del lavavetro o le farfalline del polmone d'aspirazione, è davvero bello. Peccato che il confano non si apra del tutto né regga aperto facilmente, si potrebbe apprezzare meglio.

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17/07/2017 16:53

Sono stato vicinissimo ad acquistarne una poco tempo fa, ad un prezzo ancor più basso di quelli dei siti tedeschi, ma poi ho rinunciato, troppo posto e troppi modelli 1:43 ancora da prendere. Certo che passare dai 1200 della raccolta a meno della metà in così poco tempo é inquietante. Alla facciaccia di quelli che vendono tutti i fascicoli a 2000 su ebay!
[Modificato da cg_76 17/07/2017 16:54]
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26/07/2017 12:57

Torno all'indirizzo del momento nello sviluppo della mia collezione: le vecchie produzioni artigianali che ci rituffano negli albori del modellismo, cioè anni 70 fino ai primi 80.

In questo caso pure, è l'occasione di imparare su questi pionnieri del modellismo.

Abbiamo qui una 158 prodotta da MRF. Questa ditta merita un po' d'attenzione per due motivi.

Uno è il significato stesso del nome: MRF sta per Miniatures Roues Fil. Cioè avevano inventato un sistema per riprodurre ruote a raggi con fili finissimi (siamo a metà anni 70), e in pratica ci hanno costruito alcuni modelli attorno, tra cui, tra le prime, la 158. Quindi sono molto contento di aver messo in vetrina questo modello, in quanto non avevo ancora queste famose ruote a filo.

L'altro punto di rilevanza della MRF è che fu la capostipite della produzione di kit in resina francese. Da MRF nacque la Record, che poi conflui' con la Starter nella Provence Moulage. Non solo il fondatore della MRF, André Ripert, fondo' anche la Record, che continuo' la produzione MRF sotto la forma di kit (le MRF erano vendute montate), ma suo figlio Hugues Ripert è anche il fondatore della Spark. Pagina importante della storia del modellismo quindi.

In questo caso quindi non so se questa sia un kit Record o un montato MRF d'origine, in quanto la scritta MRF sul fondino rimase anche sui kit. Diciamo che la verniciatura non proprio lucidissima mi fa più pensare ad un montaggio da qualcuno che è stato un po' tirchio sulla vernice.

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26/07/2017 13:00

Qui una di quelle ruote. Finissimi infatti i raggi, ma proporzionalmente esagerato il galettone. Belli i freni dietro, anche se non si dovrebbe vedere la luce attraverso i fori... Viene comunque il dubbio sul diametro di queste ruote, ma in realtà è più probabile che il problema stia nella gomma, a profilo troppo basso, specie dietro: sono tutte e quattro uguali mentre le F1 del 1950-51 avevano gomme maggiorate dietro.

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26/07/2017 13:59

Su questa foto si vedono bene i "limiti" della vernciatura che difficilmente reputerei di fabbrica.

Il modello stesso è fatto assai bene. La resina sembra di quelle fragili, è incrinata. La coda appuntita la identifica come 158.

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26/07/2017 14:05

Se vogliamo discutere il modello stesso, va detto che la mascherina poteva essere più finemente incisa, mentre i ganci cofano sono un po' grossolani. Siamo pur sempre nel 1976 pero'.

La versione, sicome si tratta di una 158, sembra corrispondere alla vettura di Farina al GP d'Inghilterra 1950, in livrea prova, cioè prima che venisse dipinta la mascherina, parzialmente coperta.



Sbagliato lo stemma, troppo grosso e a colori, cosi' come la grafia dei "2".



[Modificato da gtv2000 26/07/2017 14:12]
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26/07/2017 14:07

Il posto guida, per l'epoca, non è male.

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26/07/2017 14:11

Il fondino col marchio MRF e la data 4/76.

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26/07/2017 15:32

Che strano, sono riusciti a fare delle ruote a raggi strabilianti, e non si sono concentrati un pochino di più sulla griglia davanti.
Bel modello e molto interessante la storia.
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