GTV2000 - La Collezione

Ultimo Aggiornamento: 26/03/2024 13:57
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Post: 6.092
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09/10/2017 12:15

Mi aggancio alla similitudine tra i soggetti raffigurati, mentre la "tecnica" costruttiva difficilmente puo' essere più diversa.

Dalla 6C2300B passo al quasi clone 6C2500.

Ma dalla contemporanea realizzazione Borin, faccio un salto indietro al paleomodellismo.

Avevo già presentato e commentato le vetture scolpite nel legno di Raymond Daffaure (RD Marmande) tra il 1958 e il 1977.

Ebbene qui abbiamo la sua "interpretazione" della 6C2500.

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Post: 6.092
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09/10/2017 12:21

Né l'accuratezza né le finiture sono paragonabili con la produzione attuale, FB o altro.

Pero' vanno ricoradti sia il tipo di costruzione (legno scolpito e stuccato a mano, senza stampo), sia il constesto per cui all'epoca di alternative non ce n'erano proprio.

E allora mi viene di sottolineare come abbia "acrpito" assai bene qualcosa del muso della 6C, che probabilmente ha a che fare col rapporto di proporzioni tra mascherina e fari, e posizioni reciproche.

Le ruote le prendeva nel commercio, e come ancora oggi spesso e volentieri sono troppo piccole per essere 18'.

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Post: 6.092
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09/10/2017 12:23

Sarà anche goffa nell'essere troppo raccolta, ma insomma, della 6C qualcosa c'è.

Finiture a pennello, di nuovo da inquadrare nell'epoca.

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Post: 6.092
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09/10/2017 12:27

Invece, il disastro sta nel posteriore.

A vederla, si desume che non avesse proprio nessuna documentazione sulle forme della coda. Qui, invece della rastrematura elegante firmata Touring, sembra si tratti di una Hotchkiss o di qualche berlina inglese senza troppo stile. Deve proprio essersi ispirato a quello che meglio conosceva di altre macchine della stessa epoca per "inventare" quello che non sapeva. Pazienza...

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Post: 6.092
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09/10/2017 12:29

Sotto si legge a malapena che deve trattarsi di un modello tardivo se la data è 1977. E si legge pure che questa è la 14ma 6C2500 prodotta!! [SM=g27993]

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Post: 6.092
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09/10/2017 12:30

Ora mettiamola accanto alla 6C2300B FB di cui sopra...

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Post: 1.588
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09/10/2017 12:35

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Post: 6.092
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09/10/2017 12:39

Si, le seguo. E' lo stesso venditore di prima. Grazie comunque.
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Post: 6.092
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12/10/2017 14:33

E siccome quel venditore ne aveva messe all'asta diverse, ho scelto quelle che più m'ispiravano, perché comunque erano troppe per puntare a tutte. I prezzi sono saliti poi, probabilmente con l'arrivo di qualche collezionista che non aveva visto in tempo le prime.

Va anche notato che tra le varie RD messe in vendita, sono le Alfa a spuntare i prezzi più alti, a testimoniare di una certa tenuta del collezionismo Alfa comparato ad altre marche.

E allora passiamo ad un inedito: la TZ prototipo chiuso, cosi' come è apparso in prove private a Monza nel 1962. Praticamente, un cupolone di alluminio mutuato dalla Giulietta SZT e applicato al, proto TZ che fin là era uno spider, magari con hard top.

Raymond Daffaure ha interpretato il modello in base alle due o tre scarse foto apparse sulla stampa di allora, ed ecco il risultato che rende l'idea della TZ proto, solo che è notevolmente troppo lunga.

Ecco quindi la vera com'era:

[IMG]http://i42.tinypic.com/2rz7trs.jpg[/IMG]

[IMG]http://i44.tinypic.com/21cwm4p.jpg[/IMG]

... e la RD Marmande:

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Post: 6.092
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12/10/2017 14:35

Fin troppo ovvio che il cupolone è troppo lungo e piatto, senza la forma a "gobba". Troppo lungo il passo con lo spazio tra sportello e passaruota posteriore che non ci sta.

Sarà l'Alfa "Breadvan"? [SM=g27987]

[Modificato da gtv2000 12/10/2017 14:36]
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Post: 6.092
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12/10/2017 14:38

Verniciatura, diciamo, "pesante"? [SM=g27993]

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Post: 6.092
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12/10/2017 14:40

Ma la parte più interessante è quella posteriore.

Daffaure aveva in questo caso la foto da dietro, ed è riuscito a carpire qualcosa di tipico di quella vettura. Anche se ha inventato quel grande finestrino, di nuovo forse ispirato alla Ferrari Breadvan.



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Post: 6.092
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12/10/2017 14:43

Sul fondino veniamo a sapere che la produzione è del 1964 e il progressivo dice che è il secondo esemplare.

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Post: 6.092
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15/10/2017 11:49

Questa invece è una RD Marmande di tarda produzione, che rappresenta infatti una vettura tardiva rispetto all'arco di attività di Raymond Daffaure.

Va anche notato come questa 33 Giro d'Italia 1975 fosse all'epoca inesistente sul fronte modellistico. O quantomeno ne esistesse solo un kit della Manou che avevo presentato qui. Poi arrivo' pochi anni fa la Remember, anch'essa sulla pagina riferita qui.

La 33 Giro d'Italia in questione, rispetto alle altre RD qui sopra, si distingue per delle proporzioni e una linea complessiva molto più azzeccate.

Direi che è la finitura a pennello a guastare il quadro complessivo se la si guarda da vicino, mentre da lontano pare "giusta"

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Post: 6.092
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15/10/2017 11:52

Il muso è ben proporzionato, cosi' come il cupolone.

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Post: 6.092
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15/10/2017 11:55

Era sfuggito sia a Manou, sia a Raymond Daffaure l'esistenza di due "lunotti" ai lati della presa d'aria motore. La ragione ne è che sulle foto d'epoca, quei finestrini di plexiglass erano sempre in una zona delle foto dove c'era il riflesso del cielo, impedendo di individuare le finestrelle.

Solo le foto della macchina conservata, prese in tempi più recenti, hanno consentito a Remember di corregere quell'errore.

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Post: 6.092
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Sesso: Maschile
15/10/2017 11:57

Anche il posteriore è trattato correttamente.

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Post: 6.092
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15/10/2017 12:04

Sotto, leggiamo l'anno di produzione, 1976, e il numero progressivo: decimo esemplare (mica tanto poco).

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Post: 2.378
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Età: 47
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15/10/2017 21:48

Davvero notevole il fatto che siano di legno. Questa é archeologia dell'automodellismo artigianale [SM=g27988]
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Post: 6.092
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Età: 58
Sesso: Maschile
18/10/2017 12:25

Infatti, legno stuccato e tanta "licenza poetica" nell'interpretazione.

Ecco l'ultima di quelle che mi sono assicurato presso quel venditore francese.

La 8C2300 LM...

Innanzitutto, va detto che nessuna ha mai corso col N°15 applicato in quel modo... qualche problema di documentazione??

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