GTV2000 - La Collezione

Ci sono a volte dei modelli che, quando entrano in collezione, fanno più piacere di altri. "Pezzi grossi", ma non solo, non sempre. L'aspetto carino c'entra, una certa raità aiuta ovviamente, ma anche l'aver scovato qualcosa rimasto sconosciuto fino a quel punto - andando avanti nella collezione, si conosce sempre meglio l'argomento, ma viene meno la sorpresa.

Ecco, in questo caso ho notato un pezzo "anonimo" in vendita senza identificazione, mi sono interessato, scavando ho trovato cos'era, e ho fatto un offerta a metà prezzo al venditore dicendo che non sapevo cosa fosse, ma potevo escludere l'ipotesi che ci metteva lui.

Proseguo quindi nella nicchia dei modelli slot 1/24, anni 60, concepiti per la breve fiammata delle competizioni slot di allora. Ho preso la scocca, poi ho trovato un telaio d'epoca che ci stava, perché in questo caso la carrozzeria si vendeva sciolta.

Si tratta quindi di una carrozzeria molto particolare della Giulia Tubolare Canguro di marca Detail Models Inc. (DMI), made in USA 1965/66.

Pur se la linea risulta indubbiamente schiacciata, specie vista di lato, il risultato è piacevole e il muso in particolare rende bene la Canguro.

L'ho adattata su un telaio d'epoca, ma non lo calza perfettamente, dovrei giocare un po' con le staffe si supporto laterali per dare un po' di spazio alle ruote maggiorate: cosi' com'è non funzionerebbe, strisciano sui passaruota. La carrozzerria era concepita per avvitarsi facilmente sul fondo di qualsiasi telaio, anche strettino, grazie alle prolunghe verso il centro.

La linea schacciata e molto larga ricorda la carrozzeria Hasegawa, su cui tornero' in futuro, specie guardando la coda.

Oltre ad essere poco nota, questa carrozzeria è particolare nella sua costruzione. Ci sono le carrozzerie in plastica dura (tipo kit in plastica di aerei ecc. per interderci), e quelle in plastica morbida e trasparente, il "Lexan". Questa Detail Models sembrerebbe una normale "lexan", essendo tutta d'un pezzo trasparente e verniciata dall'interno.

Invece non lo è esattamente. E' più spessa, più robusta.

La spiegazione sta nel processo di fabbricazione: questa è una delle poche soffiate (proprio come si soffia una bottiglia di vetro) anziche formata sotto vuoto, "vacuum". Cio' spiega anche la prolunga verso il centro, poiché per forza esce dallo stampo come un ampolla chiusa, successivamente ritagliata.

Ecco quindi perché questa mi ha fatto un piacere particolare: modello non repertoriato (Fer, un aggiunta al tuo elenco!), carino, e storicamente interessante per la sua costruzione.

Torniamo più indietro nel tempo, con un vecchio giocattolo con movimento a molla.

Tutto in metallo fuso, questo coupé Peraboni è segnato Alfa Romeo 6C2300B con quanto basta di benevolenza.

Rampini l'elenca come Alfa nel libro sulle Alfa miniature, ma la segna semplicement "coupé" senza riferimento di marca, nel librpo sulle piccole marche di automobiline.

La marca completa sarebbe PCM che sta per Peraboni Cologno Monzese, e ha prodotto giocattoli per pochi anni dal 1946.

Lo stile è americaneggiante, ma in 1946 è più probabile che ci si sia ispirati anche da lontano a realizzazione italiane degli anni 37-40 piuttosto che americane ancora rare - oltre che di maggiori dimensioni.

Infatti, sia Touring che Castagna e anche Pinin Farina hanno proposto tra 1937 e 1940, su telaio 6C2300B e qualche 2500, carrozzeria di ispirazione americana senza identità di marca sul frontale. Questo giocattolo potrebbe essere ispirato a uno di quei modelli, cosi' come la Mercury fece alcune vetture non del tutto identificabili.

Sul lato destro, il buco per la chiavetta, ma in questo caso il meccanismo è rovinato.

Invero esiste in due dimensioni, da 12 e da 17 cm di lunghezza. Questa è la grande.

Il fondino è in lamiera, e si vede che le ruote sterzano. Nessuna marca segnata.

Per oggi una Scarabeo in plastica, giocattolo di poco pregio made in Hong Kong.

Certo la costruzione è giocattolosa, ma le linee sono anche giuste!

Il retro...

Sotto c'è solo il paese d'origine, oltre all'identificazione Alfa Romeo Osi Scarabeo

Oggi vi presento una Giulietta berlina, quella '50 per intenderci.

Che ne dite? Mai visto un modellista cosi' negato per fare una cosa cosi' approssimativa, anzi inguardabile?

E allora che ci fa in questa sezione?

Beh, forse questa seconda foto vi farà riconsiderare la prima valutazione.

Ecco, cosi' mi ricollego alla discussione sulla 33 Stradale in scala 1:220, e allo stesso tempo inauguro una nuova "sezione" della mia collezione, la scala Z. Questo è indubbiamente il più piccolo modello di Alfa entrato nelle mie vetrine.

E' fatta in metallo da un tizio Ungherese, che dà alla propria produzione la marca "Simonartz".

Ecco come viene in compagnia della Giulietta edicolosa (1/24, mica 1/18!): come un modellino appoggiato ad un vera: c'è un rapporto 1 a 10 circa tra le scale delle due.

Quindi ora che consideriamo la scala, la realizzazione diventa di tutto rispetto: la foto macro rende la macchinina, sullo schermo del computer, parecchie volte più grande del vero.

Metallo pieno, dicevo, e ovviamente c'è poco spazio per scrivere letteratura sotto al fondino... Eppure c'è un abbozzo di meccanica.