GTV2000 - La Collezione

In settimana mi è arrivata la 33 Stradale DMH in scala 1/64.

La Stradale DMH in 1/43 mi aveva convinto, quindi mi sono rivolto allo stesso fornitore francese, simpatico e affidabile, per altre DMH.

Eccola. In foto impossibile indovinare che è in scala cosi' piccola: è davvero curata.

Facile pensare che da una modellazione 3D gli viene facile farla in qualsiasi scala, ma va detto che forma e rifinitura sono ineccepibili.

... la coda vale il muso.

Dall'alto pure tutto a posto, di nuovo impossibile dire se è in scala 1/64, 1/43 o anche più grande.

Sempre in 1/64, esisteva già la Stradale Kyosho. Carina vista da sola, ma accanto alla DMH siamo in un'altra lega. La Kyosho sembra un giocattolo buon mercato.

Certo sono modelli di diversi tipologia e prezzo, ma le finiture in plastica della Kyosho qui proprio non reggono.

Non è poi solo quiestione di particolari fotoincisi o altro: anche le proporzioni della Kyosho ora sembrano sbagliate: vedi lo spessore dei montanti, per esempio.

Se la 33 Stradale DMH in 1/64 trova facilmente un posto in vetrina, c'è poi quella in 1/18...

Diciamo che siccome sono modelli fatti veramente bene, mi sono lasciato prendere e mi sono assicurato uno dei pochi pezzi, sempre grazie all'ottimo venditore francese.

Il pezzo è all'altezza delle aspettative, veramente bello.

Curato e fedele sotto ogni angolo.

Dall'alto...

Vista dal muso sembra la vera

Difficile fotografare gli interni per via dei riflessi, ma anche dentro è ineccepibile.

Ovviamente non te la regalano, ma d'altronde sono felice di aver comprato subito alla sua uscita la Stradale Autoart che oggi all'asta costa anche più che questa nuova DMH.

Sono modelli diversi, poiché l'Autoart è apribile e provvista di tutta la meccanica mentre la DMH è in resina.

Raffigurano anche versioni diverse: la DMH è il prototipo dei saloni 1967, con tergi a pantografo, mentre l'Autoart è l'esemplare del museo: quattro fari, ma molti altri particolari modificati tra tergi, sfoghi ecc.

E via col confronto.

Veramente sono tutti e due modelli ottimi. Difficile spartirli, eppure si puo' fare il pignolo e scendere nei confronti di piccoli particolari.

Ecco per esempio: la tecnica costruttiva dell'Autoart ha consentito di dare rilievo al telaio delle porte, laddove la fotoincisione DMH rende una cornice del finestrino piatto e monolitico. Stesso discorso per la granizione del parabrezza. Un punto per l'Autoart per quanto riguarda i montanti dei vetri.

Si potrebbe fare lo stesso discorso per la cornice dei fari, ma veramente non è significativo.

Invece ecco che la posizione dei fari è (appena) troppo alta sull'Autoart. Darei questo punto alla DMH, ma ci sta il pareggio.

Le code sono diverse cosi' come lo sono gli esemplari riprodotti. La forma è convincente in entrambi i casi. C'è sempre la presenza di guarnizione al vetro posteriore a favore dell'Autoart, punto già concesso.

E veniamo agli interni. A dire il vero c'è da distribuire punti ad entrambe, che qui è meglio il volante Autoart, pari i sedili, meglio una maniglia qui, un'altro dettaglio là.

Ma andiamo sul sopraffino e guardiamo la console central con levette e pulsantini.

L'Autoart presenta un risultato più che decente:

... mentre sulla DMH viene semplicemente la voglia di vedere se funzionano davvero!

Ammazza che pezzi!