GTV2000 - La Collezione

Mi è capitato assieme all'altro, anche questo imbrattato ma ripulito nello stesso modo, per cui l'unico neo è la mancanza di un'asta.

Stessa carrozzeria in tutto

Ma il telaio è ovviamente del tutto diverso.

Mah, rimaniamo ancora questa volta tra i giocattolini di latta.

Una monoposto Alfa, a dire il vero se rapprensenti la 158 o la 308 è questione di immaginazione.

Di dimensioni modeste, è un'altra produzione "gemella" delle macchinine in latta fatte a Casalpusterlengo da .FSC (Siro Ferrari) e Centola illustrate qui.

Anzi, questa, marcata "GLB" (non mi riesce di identificare il nome completo) è un clone perfetto della Centola.

Proprio identica alla Centola.

Si vede che le ruote hanno preso un po' di giuoco, gli andrebbe fatto il parallelismo...

Sotto è come ci si aspetta

Accanto alle altre monoposto simili che ho in collezione

Proseguo ad andare da una categoria all'altra nelle tipologie di modelli, con un kit plastica, tipo i vecchi Airfix in busta di plastica. Avete forse visto all'asta queste confezioni omaggio dalla Shell Italiana, di un'Alfa 8C1933 prodotta da una (a me sconosciuta finora) ditta "ILCA" di Cremona.

Considerando il costo di spedizione per una mera curiosità, ho lasciato passare finché non me n'è capitata una ad un prezzo complessivo in linea col poco valore intrinseco, quindi ecco il kit, in scala non ben definita (1/32?)

Si legge "Gran Sport 8C 1933".

La confezione si presenta come un normale kit di fine anni 60 o anni 70, a quanto sembra.

Invero, è la dicitura sulla confezione che inganna: "Gran Sport 8C" farebbe pensare ad una 8C2300 Monza o Spider.

Invece, a guardare bene, si tratta di una Monoposto Tipo B, anche se gli alberi di trasmissione divergenti non sono rappresentati sul fondo.

Dopo queste distrazioni di latta o di paleontologia modellistica, torno alla sorellina dell'Iguana Matrix vista alla pagina precedente.

C'è anche la Navajo di stessa origine.

Un bel modello come si fanno ora. A dire il vero c'è... poco da dire. Il modello sembra fedele anche perché le linee squadrate della vera sono restituite... squadrate.

Modello convincente insomma, della stirpe cinese disegnata a computer - il ché poi ci sta anche con lo spirito del modello riprodotto.

Hanno risolto bene la forma del parabrezza.

La striscia arancione (versione d'origine) con la grafia alfa romeo è fedele

Sarà l'antenata di quelle speci di navi spaziali che si vedono oggigiorno sulle nostre strade (tipo quel coupé BMW ibrido)?

Colpisce la larghezza, quasi larga quanto lunga - anche qui anticipa quei carrozzoni attuali che in città non riescono a incrociarsi...

Si merita il suo posto in vetrina.

Anche in questo caso, soddisfazione doppia per un modello che entra in bacheca, raro e sconosciuto. Invero dico sconosciuto non perché non se ne sapeva, ma perché non ci avevo fatto caso in oltre 30 anni.

Infatti, basta tornare al Rampini per trovare doverosamente elencata la Giulietta Sprint slotcar della JOMA. Indicata R3, produzione 1960.

La JOMA puo' contendere il primato della prima pista slot sul mercato, perché approfondendo il tema, il circuito ELECTROROUTE fu presentato tra il 1957 e il 1958.




Si trattava allora di proporre macchine in scala 1/43, il ché corrisponde ai trenini (trenoni...) in scala 0 che si potessero muovere alla pari dei treni. Niente gare, avevano due guide per la perfetta stabilità (un po' come le macchine odierne ).

Iniziarono con modelli Quiralu in zamak, pero' pesantissimi. Poi passarono alle Norev, e per fortuna nostra, oltre alle DS e Simca fu proposta anche la Giulietta Sprint.

Si tratta quindi di un telaio motorizzato Joma su cui si adattava una carrozzeria Norev.

Per cui, a parte le ruote sembra un normalissimo giocattolo Norev.

Eccola accanto ad una normale Norev. Sembrerebbe che il passo del telaio sia troppo lungo, eppure accanto alla Norev sono praticamente uguali. E' il diametro maggiore della ruota motrice a determinare lo sfregiamento della gomma sul passaruota. A guardare altri esemplari in rete, vedo la stessa caratteristica, solo che sulla mia sembra un po' peggio.

Ecco il fondino specifico marcato JOMA. E' incompleto, mancano i pattini di presa corrente e le due guide, di cui una che deve servire a chiudere carrozzeria e telaio al posteriore. Dovro' tornire un tondino di ottone per farne le due guide.

Completa:



La mia:

Questo è il primo tipo di telaio JOMA, e, probabilmente per il peso delle prime carrozzerie Quiralu, avevano previsto un motore bell'e grosso.

Questo puo' anche dare un'indicazione di datazione se è vero che il motore grosso fu usato solo fino al 1959, poi sostituito con uno più piccolo.