GTV2000 - La Collezione

Un bel po' di fotoincisioni...

Lo chiamano "kit multimedia". Infatti, come materiali c'è di tutto. Oltre alla plastica pressofusa, ci sono pezzi in white metal, fotoincisioni, gomme in gomma, e pezzi vari.

Ecco il resto dei pezzi

Hai la pensione bella piena... complimenti un bel pezzo, chissà se riusciremo a vederlo finito!!!😨😨😱😱

Questo sabato, sono andato a Zandvoort dopo due anni di sospensione causa covid, per il raduno del club olandese.

Un po' meno gente del solito, anche perché la data presentava diverse altre attività concorrenti, incluso il Le Mans classic.

Cosi' ho avuto occasione di incontrare Fer, che mi ha consegnato qualche modello ordinato tramite la sua iniziativa.

Tra i modelli ritirati, ecco la 33 Iguana di Matrix.

Devo dire che fa un ottima impressione, sia al primo impatto sia approfondendo l'osservazione.

La linea è convincente, peccato per questa leggera deformazione del tetto sul mio esemplare: sembra concavo, e cosi' deforma anche la fotoincisione del vetro laterale.

Il frontale, poco da ridire

E anche la coda è fatta bene, anche se le feritoie potevano essere più marcate e pulite.

Ma il più spettacolare è probabilmente al cura degli interni. Difficili da fotografare per via dei riflessi sui vetri, ecco lo scatto venuto meglio

Anche il tettuccio marrone e semitrasparente, e dal vero consente di vedere gli interni dall'alto. In foto invece non rende affatto.

Questo è un modello da grande soddisfazione.

Il constrasto con l'Iguana presentata sopra non potrebbe essere maggiore: età, tipologia, rarità, realismo,...

Da un lato un modello industriale cinese, dall'altissima fedeltà alla vettura reale, essa stessa assai nota nella storia dell'Alfa. Un modello che tutti conoscono perché sui cataloghi di novità disponibili ovunque. La CO² per la sua costruzione e trasporto è stata sparsa poche settimane fa.

Dall'altro lato un giocattolo di 60-70 anni fa, grezzo nella resa di un veicolo che pochi sanno essere stato mai prodotto dall'Alfa Romeo. Anzi, non il minobus Alfa Romeo della Rivarossi, ma una sua copia spagnola.

Il più bello, lo scrivevo una pagina o due addietro, per un collezionista provetto è di trovare un pezzo di cui non si conosceva l'esistenza. In questo caso, avevo scoperto questo "trolebus Rico" qualche tempo fa capitando su questa pagina sui filobus in miniatura. Lo dice l'autore di quella disamina: "However, imitation or not, this vehicle has a lot of charm …… .and it is now even more rare that the Minobus Rivarossi."

Bene, da quando ho saputo della sua esistenza, l'ho messo tra i pezzi ricercati, e con la pazienza che serve al collezionista, ne ho trovato uno da mettere in bacheca.

Al primo impatto non sembrerebbe nemmeno tanto un AR110AF, laddove il Rivarossi invece è un bel modello del mezzo Alfa.

Veramente, a parte la differenza di materiale - la bachelite del Rivarossi è fragile ma consente molto più dettaglio, la latta non consente molto rilievo - la differenza sta solo nella soppressione di metà dei montanti delle finestre laterali, per il resto la sagoma del filobus Alfa/Rivarossi è conservata.

Riprendo dove ero arrivato ieri quando sono stato interrotto nella presentazione del filobus Rico.

Il muso rimane comunque tipicamente Alfa, con la guida centrale e la separazione a V dei colori.

Se dovesse riprodurre un mezzo spagnolo, sarebbe un Pegaso (cf. l'Ing. Ricart) ma non ci siamo perché non ci furono Pegaso a tre assi. D'altronde anche i fregi sul muso, pur avendo in qualche caso una forma a V non coincide con quella che vediamo sul giocattolo Rico.

Ecco un filobus Pegaso di quell'epoca:



Tra l'altro, si vede un accenno nella latta del fregio alato riprodottto sul Rivarossi e che troviamo, tra l'altro, sugli AR110AF di Como



Quindi si puo' ritenere senza troppi dubbi che, al netto del numero dei montanti, questo filobus Rico rappresenta infatti un Alfa AR110AF.

Anche le fiancate riprendono la tipica struttura ondulata delle carrozzerie SIAI. Le porte hano pure perso la precisione della riproduzione Rivarossi, ma questo è probabilmente dovuto ai limiti delle possibilità di stampaggio della lamiera.

Si puo' leggere qui una storia dei filobus Alfa in "lamiera ondulata" scritta da un esperto di mezzi pubblici


Si nota che la carrozzeria del modello è realizzata in tre pezzi: corpo centrale, a cui sono aggraffati il muso e la coda stampati separatamente. Il tutto è più grezzo d'aspetto, più giocattolo, ma sicuramente più solido che la bachelite Rivarossi.

La coda è un più più aggiornata rispetto al Rivarossi con l'aggiunta dei due grossi fanali che non si trovavano sui mezzi italiani, e con la marca RICO stampata.

La meccanica è molto simile al Rivarossi, con lo stesso sistema di guida articolata dal movimento di un'asta. Cambia la disposizione del cambio.

Si vede bene anche la carrozzeria in laminera, mantenuta da tre viti per lato perché si deformerebbe facilmente se non fosse mantenuta. Qui manca la molla di richiamo dello sterzo.

Ho dimenticato di fare foto del motore quando l'ho smontato per pulizia, ed è una scocciatura rimettere insieme i pezzi dello sterzo, per cui non lo riapro. Il motore è proprio un'antichità, con l'asse mantenuto da un semplice foro nella piastra superiore di bachelite, e un collettore che sembrerebbe di inizio secolo XX.

Il confronto diretto mostra quanto il Rico sia proprio una copia del Rivarossi specie per quanto riguarda la meccanica.

Sono stato fortunato a trovarlo integro anche se copiosamete imbrattato da un bambino che ci aveva giocato. La vernice si è lasciata ripulire facilmente, e sotto non c'erano troppi danni per cui è tornato a splendere nei suoi colori originali, e prende posto accanto all'originale Rivarossi.

Ebben non è finita. Dicevo del piacere di scoprire modelli fin qui sconosciuti: questo filobus Rico chiaramente copiato dal Rivarossi per quanto riguarda il telaio (e avranno dovuto pagare il brevetto austriaco anche loro), ha avuto una seconda versione, con la stessa carrozzeria ma con carica a molla.