GTV2000 - La Collezione

Confronto dei fondini Norev e Joma.

Fu prodotta per pochissimo tempo, il sistema ELECTROROUTE fu sostituito nel 1960 dal circuito Miniamil. Sembra che la Giulietta sia stata proposta con gli ultimi Electroroute, anche se qualcuno la indica, erroneamente come capisco io, una delle prime Miniamil. Queste ultime mi pare non avessero più la seconda guida in ottone. Forse fu usata per tutti e due i circuiti, ma comunque siamo sempre limitati agli anni 1959-1963 al massimo. Se la Giulietta è stata proposta ancora col Miniamil, forse il telaio avrà ricevuto, su quegli esemplari, un motore più piccolo.

Beh, intanto rimango alla stessa epoca per quanto riguarda il giocattolo, perché di giocattolo si tratta questa volta ancora. Giocattolo di latta pure. Marca Schuco, cioè questa Alfa aveva colpito i Tedeschi tanto di farne una macchinina di latta pur col pupetto.

Nel catalogo Schuco veniva chiamata "Dalli", ed è in una strana scala (se vogliamo) che definirei nella zona del 1/30.

La macchina, pur se priva di scudettto come lo era la vera, è la 6C3000CM ricarrozzata da Pininfarina in "Superflow", o "Spider Super Sport" in questa edizione 1959, la terza proposta sullo stesso telaio.

Sebbene l'auto di latta sia trattata un po' a modo di caricatura, non ci puo' essere dubbio sull'identificazione.

Il puppetto dà la percezione di tipologia del giocattolo: la riproduzione dell'auto contava solo come evocazione, poiché l'auto stessa è indubbiamente dominata dal guidatore. In questo mio caso, ha il cappellino incompleto, pazienza.

Eppure hanno rispettato abbastanza bene la linea della Superflow, anche nella parte posteriore.

E' a carica a molla come ci si aspeta per un giocattolo cosi' dell'epoca.

Mi ero promesso di prendere modelli nuovi in 1/18 solo in via eccezionale per motivi di spazio, e cosi' mi regolo di fronte alle decine di proposte. Il linea di massima, lascio sull'elenco dei desideri Alfa anteguerra come la Tipo B CMC ormai ritardata di un anno tutto rispetto ai piani annunciati, cioè ancora non risulta nei negozi.

Eppure per motivi che forse avro' modo di spiegare più avanti, mi sono lasciato tentare da una 1/18 dopoguerra, cioè la Giulietta Sprint Veloce di Kyosho. Pur avendo in vetrina la Sprint 2° serie di Miniminiera già da parecchi anni.

A parte il fatto che ancora non ho trovato modo di sistemarla nella zona di vetrina che gli spetterebbe, va detto che il modello rende bene. L'aspetto esterno complessivo è quello della SV sotto ogni angolo.

Bella verniciatura, concezione OK, si tratta di un modello industriale ma dai, c'è poco da eccepire al primo impatto.

Anche il posteriore è il suo senza macchie.

Ora, se guardiamo agli interni, il giudizio si fa più relativo.

Indubbiamente hanno preso come riferimento le caratteristiche esatte di una SV prima serie, l'impostazione è quella. Pero' qui si vede che l'industralizzazione ha badato a contenere i costi con le tecniche di riproduzione: sono giusti i colori delle porte, ma l'esecuzione in due pezzi di plastica sovrapposte da un impressione "cheap". Voglio dire costi contenuti, e prezzo di vendita oltre i 200€? L'aspetto della plastica non è il massimo, anche sul materiale hanno risparmiato rispetto a quello che è possibile fare, e si vede su altri modelli. La plastica grigia, sui panelli e sui sedili è da giocattolo e seppure con schemi di colorazione giusti, non rende al livelo che ci si aspetterebbe.

Bene la moquette, bene i dettagli del cruscotto, ma mancano particolari. Il pomello bianco invece non l'avevo mai visto. Ma che dire del volante Nardi, ben fatto come forma, ma con un legno che sembra viola o giù di li'??

La meccanica pure è riprodotta fedelmente: il sistema di aspirazione è quello della Veloce. Bene pure il sistema di ritegno del cofano. Ma un po' più di cura avrebbe reso la forma della testata meno caricaturale nela zona delle candele, ci voleva poco. bene anche le targhette di identificazione in bella mostra.

Nel baule, ruota di scorta e batteria prendono tutto lo spazio, come sulla vera. Pazienza per l'unica fusione che riprende il tutto.

Il fondino riprende i particolari di meccanica riprodotti degnamente, siamo sopra lo standard usuale per questo aspetto.

gtv2000, 24/08/2022 15:35:

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Ecco il fondino specifico marcato JOMA. E' incompleto, mancano i pattini di presa corrente e le due guide, di cui una che deve servire a chiudere carrozzeria e telaio al posteriore. Dovro' tornire un tondino di ottone per farne le due guide.

La mia:

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Grande soddisfazione ieri: ho ricevuto un pacco dalla Francia: bingo!

Sono riuscito a trovare la maggior parte dei pezzi mancanti sulla mia Giulietta Sprint slotcar JOMA: prese di corrente, guida e collettore per il motore! Esattamente quello che ci voleva!

Ora devo ancora solo sistemare la chiusura posteriore del telaio: o la seconda guida in ottone per la versione Electroroute o, secondo la documentazione che ho, un semplice "chiodo" di plastica per la versione Miniamil. Quest'ultima con pista a doppio binario, a differenza della Electroute che prevedeva una sola macchina che girava su un plastico ferroviario scala 0, era un circuito da corsa, quindi niente seconda guida.

In esposizione statica la differenza è che ora sta sollevata da terra con la guida anteriore.

Il motore ormai completo della sua alimentazione. L'ho provato e funziona!

Torniamo a qualcosa di più classico, sia come tipologia sia come modello: un kit montato di Alfa da gara, la 75 IMSA dal kit RIVA.

Avevo montato io stesso una 75 Turbo Gr.A Provence, poi in collezione anche una 75 IMSA edicolosa.

Ora ho avuto un'occasione a buon prezzo per un kit montato di 75 IMSA, quindi eccola.

A me complessivamente sembra decente sia come kit di base sia come montaggio.

S'intravvede il grosso (esagerato?) roolbar all'interno.

Coda pulita

Un po' strani 'sti fari con un goccio di resina su una fotoincisione, andavano di moda presso qualche produttore di kit italiano negli anni 80-90

Oltre alla scatola sullo sfondo, l'origine è incisa sul fondino, si legge un "RIVA" inciso a mano.