GTV2000 - La Collezione

Andiamo su un'altra di quelle proposte "moderne" in fatto di modellismo, che combina la qualità, l'azzeccatezza della scelta, e un prezzo abbastanza conveniente.

Progetto europeo, realizzazione cinese, "ovviamente".

Mi è stata consegnata di recente un'uscita ormai vecchia parecchi mesi (che sono qualche mese poi?) di KESS che ho presa sebbene avessi già un'altra riproduzione della stessa macchina (vedi qui la presentazione completa della RaMei con la discussione della vera 8C2300 #2311203), in livrea diversa pero'.

La 8C2300 berlinetta Viotti è un capolavoro di carrozzeria, specie considerandone la modernità per essere del 1935, anno in cui il telaio 8C2300 era agli sgoccioli. Infatti, era un telaio che aveva prima corso a Le Mans con una carrozzeria diversa.

Come discusso anni fa, il colore nel 1935 non è documentato. Fatto sta che le foto in Italia nel 1935/36 la ritraggono molto scura, ma certe pellicole dell'epoca rendevano il rosso quasi nero. Trasferita in Somalia, li' appare invece molto chiara, ma un ulteriore proprietario indica di averla comprata verso il 1950 verde pisello, per poi riverniciarla prima verde metallizzato, poi azzurro metalizzato.

Alla fine dei conti, se fosse blu notte o rossa non si sa. E KESS ha scelto il rosso, colore che la vettura ha poi avuto più tardi, con delle modifiche al parabrezza e al lunotto di cui RaMei ha fatto una versione specifica, alla quale pero' la KESS non corrisponde.

Ecco quindi la versione KESS, indubbiamente molto bella.

Bel rosso fuoco, verniciatura ineccepibile.

Ma in questo caso, è anche più interessante passare direttamente al confronto tra le due.

Dalla vista dall'alto qui sotto si vede subito che sono due interpretazioni leggermente diverse dello stesso soggetto: la RaMei appare più lunga e slanciata, le curve sono più eleganti, il parabrezza è più incurvato.

Il confronto dei frontali invece mette in risalto il tipico trucco del modellista provetta che allarga i modelli: cosi' ha fatto... KESS, non RaMei!

La KESS è indubbiamente più larga, il ché gli dà quel po' di massiccio, dove la RaMei è snella.

Se i dettagli di cromi, fregi, tergi, targhe, ecc. sono a favore della RaMei (beh, il prezzo...), altrettanto non si puo' dire di un elemento qualificante del modello: la mascherina del radiatore, indiscutibilmente più fedele e "leggera" sulla KESS, che ha anche messo la rete dietro, anche se è troppo "chiusa".

La RaMei segna altri punto al posteriore, con la cornice del lunotto e lo stemma Viotti, oltre che fanali e targa correttamente diversa davanti e dietro (vedere la discussione anni fa).

Di lato la Ramei si conferma più slanciata.

Eccole quindi in bella mostra.

Contento di averle tutt'e due, anche per la rarità della RaMei, ma c'è da dire che chi se l'è persa si puo' rifare tranquillamente con la KESS, risparmiando di che comprarsi qualche altro bel modello.

Come promesso, ecco qualche foto di dettaglio della 6C1500 Ghia di Autodelta43.

Elio l'ha presentata sull'altra sezione, e non fa una grinza che sia un modello veramente eccelso. Sotto ogni angolo, è del tutto convincente, anzi stupisce.

Ecco quindi qualche vista ravvicinata. Il frontale è perfettamente proporzionato, il ché dà alla 6C quell'impresione di essere "giusta". SI potrebbe considerare l'avantreno come poco definito (forse per via dello spessore di vernice), ma è sopratutto effetto dell'ingrandimento macro.

Molto bella la fiancata, con tanti detttagli nitidissimi, tra ganci, stemmi, cinghia cofano, faretto. L'incisione "Alfa Romeo" sui gallettoni è una chicca, volendo, ma va detto che dal vero praticamente non si vede, e a quella scala spunta invece la piccola bava sul bordo dello stesso. So quanto è difficile levigarla da un pezzo fotoinciso...

Metto qui la foto di tre quarti, perché mette in evidenza l'unico neo delle 6C di Sabatini: il dover usare cerchi e gomme esistenti. Sono curati al massimo, e verniciati di nero sono anche convincenti. Meno quando sono di un'altro colore (i soliti raggi fotoincisi, cioè piatti), ma sopratutto il diametro di cerchi e gomme non corrisponde in scala alla dimensione vera. Non salta proprio all'occhio cosi', ma confrontati con una foto della vera, si vede, poco da fare.

Un'occhiata all'abitacolo ci vuole per prendere la misura del lavoro di Sabatini: anche qui la precisione del lavoro fa che, a dispetto della scala, ci verrebbe la voglia di sedersi e partire. Notevoli cambio e freno, pedali giusti, levette, e persino la chiave d'accensione sul quadro. In 1/43, encomiabile!

Un'altra foto dell'abitacolo, più nitida, dove si coglie meglio il rilievo degli strumenti.

Molto bella come gli altri lavori di Sabatini. Il cruscotto é davvero realistico, incedibile per la scala.

Cambiamo... quota per questa "minuteria" sulla quale il lavoro sarà sopratutto di verniciatura, o "weathering" come si dice.

E dai, oggi vi porto a lezione di montaggio di un kit di Alfa Canguro.

Vedrete che non è un'impegno insormontabile...

Prima, procurarsi il kit. Beh in questo caso, se non ho dovuto spendere troppo, non l'ho nemmeno trovato sotto casa, che l'ho fatto venira dalal Nuova Zelanda. Difficile trovare più lontano...

Bene, prima di cominciare il lavoro, si consiglia sempre di studiare bene le istruzioni, e di controllare tutti i pezzi.

Per la seconda, si fa abbastanza presto, per la prima raccomandazione, ahi, c'è una... barriera linguistica! 🧐

Per fortuna aiuta saper leggere il piano. Poi una piccola scorta di bestemmie viene sempre a capo di qualsiasi rogna, ed eccoci con la Canguro montata dopo 10 minuti.

La marca del kit è KAWAI, ma non c'è scritto niente sul fondino.

Grande, sempre detto che bisogna conoscere le lingue....