GTV2000 - La Collezione

Ci rimane da esaminare le code. La parte più difficile della vettura. Basta comparare la vera e le sue repliche per convincersene.

La vera aveva una coda morbida:


Dall'Olanda ci venne questa improbabile interpretazione (eppure la replica si baso' sul disegno Touring esposto al museo delle scienze)



Altretanto improbabile l'interpretazione di Cognolato:


Decisamente fantasiosa la ricostruzione australiana (notare il lunotto allungato e il bauletto!):


Ora i modelli, ben diversi tra loro. L'Autocult va verso le interpretazioni più "decise" delle forme, un po' come le repliche anche se meno esagerate. La più morbida (e più convicnente secondo me) è la RaMei, che a differenza della BBR ha anche il lunotto piccolo.

Alla fine, per me vince la RaMei per l'effetto complessivo (al netto di qualche minima sbavatura tra incisioni non nitide al 100%, fari non del tutto conformi,...) ma nessuna è da buttare. Valutazione opinabile, lo concedo, potete pure notare altre caratteristiche che vi piacciono o meno sui tre modelli e arrivare ad una conclusione diversa.

Avanti nel tempo per quanto riguarda il soggetto, ma un'altra produzione indiustriale cinese di alta gamma, a tiratura molto limitata.

Abbiamo qui la 33 Stradale versione 1968 della cinese DMH. Non sono riuscito finora a trovare a prezzo ragionevole la 33 Stradale Make Up / Eidolon, che sembra pero' molto molto ben fatta, per cui il confronto non è possibile. Mi viene detto che DMH ha ulteriormente raffinata la proposta Make Up, ma di questo non sono sicuro, solo che senza confronto diretto né parentela né valutazione comparativa sono possibili.

La tiratura annunciata qui è di 80 pezzi per colore: l'hanno fatta pure in rosso metalizzato.

Insomma si tratta senza dubbio di un modello di qualità.

A parte i cerchi, che sono secondo me il principale, direi quasi unico neo del modello, lo si vede subito qui, non rendono i cerchi 33 come dovrebbero.

Eccola da vicino, poco da dire su verniciatura e rifinitezza. La presenza c'è.

Muso con scudetto e stemma ineccepibili.

Anche qui la sagoma è convincente, non ci trovo niente da ridire.

Forse l'angolo più bello è il posteriore. Sotto questa angolazione, sono davvero impressionato di come sono state riprodotte le curve dela coda.

Notevoli anche gli interni, che non sono riuscito a fotografare come avrei voluto.

Non ho la Make Up, ma il confronto con la True Scale lo posso fare: la TSM è già un modello più che dignitoso.

A dire il vero la TSM se la cava bene per un prezzo circa la metà della DMH. Riproducono due esemplari diversi della Stradale, per cui certi dettagli differiscono giustamente.

Si nota una finezza più esasperata ancora dei dettagli della DMH.

Invece, nota di disappunto, la TSM ha le cornici del parabrezza che si scollano già, dopo pochi anni

Confronto tra le due code: belle tutt'e due, anche un po' più diverse di quanto sembrerebbe prima di metterle accanto una all'altra, ma alla fine mantengo la preferenza per la DMH.

Ieri mattina ho avuto l'occasione di rivedere, dopo quasi due anni di eventi cancellati per covid, il nostro Fer, ritrovandolo in una borsa scambio vicino ad Anversa che lui mi aveva suggerito.

Era la prima volta a quella borsa modellistica per me, non grandissima ma ragionevolmente affolata di tavoli e visitatori.

Ed ecco che, mentre pensi che magari ti puo' capitare qualche modello su cui non vorresti spendere spese di spedizione, per esempio, invece succede quel che meno ci si aspetta: trovare un modello (giocattolo) di Alfa totalmente sconosciuto!

Tra libri, elenchi (quello di Fer ovviamente) ed esperienza pluridecennale, in linea di massima la quasi totalità dei modelli esistenti è (più o meno) nota: sai cosa esiste ma non hai mai visto in vita tua, cosa hai mancato per poco (troppo tardi, o anche per tanti soldi spesi da qualcun'altro...), cosa hai e non hai perché qualche modello non ti piace più di tanto, ma insomma sorprese sempre meno man mano che diventi più esperto in materia.

Ed ecco che su un tavolo con giocattoli misti spunta la sagoma di una grossa Giulietta Spider in plastica morbida. Lasciarla li' non è un'opzione...

Per essere un giocattolo di fattura economica, a destinazione di bambini piccoli, ha una linea assai riuscita. La Giulietta Spider si lascia riconoscere subito.

Corretto anche il posteriore coi fanali piccoli ante-codice 1959.

In mancanza di qualsiasi riscontro sul giocattolo e la sua origine, viene il dubbio se il solco sul corpo fosse destinato a ricevere un parabrezza il plastica più opn meno morbida, che sarebbe andato a incastro in quel solco, poi facilmente disperso?

Finché non sapremo niente sul modello, impossibile stabilirlo: sembra plausibile, ma è altrettanto ovvio che fatto cosi' sarebbe venuto via dopo pochi minuti di gioco...

Ho scritto nel titolo 1/14 come scala perché ho calcolato che i 28cm di lunghezza, rapportati ai 3900mm della vera si traducono più o meno in quella scala.

Sul fondino, niente di niente. Neanche sulle ruote, nessuna scritta.

Il venditore mi ha detto di averla trovata a Madrid, per cui si potrebbe ipotizzare una fabbricazione spagnola.

Al posteriore, sembra che ci sia l'attacco per un gancio da traino? Per cui poteva forse essere abbinata ad una carovana, o qualche rimorchio?

Siccome esistono vari modelli in plastica soffiata dello stesso tipo, ma in scala 1/30 - 1/43 circa, il confronto coi pezzi più piccoli forse avrebbe potuto indicare una parentela, ma invece niente.

Ho quelle tre Giuliette Spider in plastica soffice in scala più piccola, ma nessuna reca alcuna somiglianza significativa.

La piccola verde è pure di origine spagnola, ma è la più grezza e non si riconosce nessun dettaglio di construzione. Quella grigia, indicata nel libro di Gallinella come francese di marca Hecco (sulla mia leggo "PROSPERITE" che forse è lo "sponsor" alla cui promozione era servita) forse è quella che più si avvicina, eppure non ha niente in comune. La rossa "CRIO" non c'entra niente.

Ecco, finché non spunta l'identificazione da parte di qualcuno più esperto, o anche con la fortuna di vederne un'altra simile accompagnata da elementi significativi (tipo confezione...), rimaniamo con una Giulietta Spider "giocattolo da spiaggia" dalle origini misteriose.

Mi soffermo su una produzione industriale, Spark, uscita qualche mese fa e ritirata di recente: il coupé Colli 6C3000CM della Le Mans 1953.

Di questo modello esistevano già alcuni modelli, per lo più dei kit, oltre a una montata su cui stendere il solito velo (Jolly ). Persino una RD Marmande in legno, già confrontata con altri modelli qui.

Vediamo quindi come si colloca la Spark tra queste sparute concorrenti.

C'è da dire che dal primo impatto risulta molto convincente. La linea pare azzeccata, e le ruote, spesso discusse, sono pure fatte bene.

Il muso è corretto, carine e originali le coperture sui fari, griglia fotoincisa ben integrata nei "baffi".

Neo evidente: mentre è corretta la cornice nera del parabrezza, diamine, questo bordo di carrozzeria rosso che si vede sotto al parabrezza è davvero strano. In basso va bene, ma sui lati e in alto...