GTV2000 - La Collezione

Eppure un Romeo "GT" , è scritto sulla fiancata.

Trovo particolarmente buffo il passeggero che legge il giornale, lo vediamo qui dal posteriore, ma sulla foto precedente, di lato, era addirittura al penultimo finestrino.

E qui si capisce la questione dell'assenza di ruote e opassaruote dalla vista laterale: per una costruzione quanto più semplice possibile in latta, è chiuso da un pianale completamente piatto che racchiude le ruote. Non si sono preoccupati di raffigurarle nemmeno in litografia, pace, sono celate all'interno.

Da notare l'assoluta assenza di marca. Si chiamava "Bell" la denominazione commerciale, riferita alla ditta di Vittorio Belloni con sede a Milano.

La scala è circa 1/32 e la produzione verso il 1958. Esistono altre varianti ambulanza, furgone e forse altre ancora.

Qualche tempo fa ho notato una proposta di Coloniale in stampa 3D, 1/72 a prezzo bassissimo (meno di 10€), e ci ho provato. Ammettiamo che è presentata come pedina di wargame, non proprio come modellismo.

Al netto del comportamento del venditore portoghese che si è offuscato del mio messaggio di preoccupazione dopo oltre due settimane dall'acquisto e mi ha dato un numero di tracking che al momento risultava inesistente, è poi arrivato il pezzo, a dire il vero piuttosto deludente. Ma insomma, vale i pochi euro sborsati, punto.

Anche se il colore giallo della resina non rende bene, ad osservarla ci sono molte imperfetioni, tra cui la zigrinatura accentuata dei successivi passaggi della stampante, che deve essere di qualità minore perché non avevo mai visto una superficie strisciata a quel punto .

Il radiatore è sempre un punto qualificante di un modello, in questo caso tra "sbarre" verticali fuori luogo e convessità esagerata, non si puo' ritenere l'identità visiva della Coloniale perfettamente centrata. Magari si potrebbe aggiustare con un uso deciso di abrasivo...

I fanali esagerati in coda sono più facili da riprendere.

Ecco, una vista ravvicinata mostra meglio ancora la perplessità che sorge dal radiatore, e l'intensità della zigrinatura si puo' intuire dalla struttura visibile nelle sbavature...

Insomma meno male che è venuta a pochi spiccioli.

Resto in scala piccolina, in H0 o 1/87, ma con un pezzo d'epoca.

Avevo già fatto vedere le Giuliette Sprint di Anguplas e quella, semplificata, di EKO. Modelli degli anni 60-70, tutt'e due di fabbricazione spagnola.

Ecco che si aggiunge, per pochi soldi, una variante dell'Anguplas. Anzi, praticamente identica, la rossa a destra dell'immagine.

La differenza maggiore dalla Anguplas bianca sono le rifiniture cromate, poca roba.

La spiegazione sotto al fondino: la Anguplas è segnata "Miniauto - Made in Spain", la rossa è marcata "Minicars - Made in France"!

La EKO risparmia sulla cromatura e sui particolari, mentre si vede benissimo che la scritta originale sul fondino è stata "cancellata" e sostituita dalla nuova dicitura.

Tra le prime die-cast Mercury uscite dal 1948 spiccano due auto giocattolo ritenute ispirate a modelli Alfa Romeo.

Sulla "Farina" non c'è dubbio, l "Aero" è di identificazione più difficile. 6C2500 o, come scrive Rampini, 8C2900 berlinetta?

Intanto ne avevo trovato un esemplare anni fa, ma riverniciato e con un neo, praticamente l'unico che mi fosse passato tra le mani fin là.

Ora ho trovato ad una borsa scambio qui in zona un esemplare decisamente migliore, con vernice originale anche se scheggiata.

Va a sostituire l'altro.

E' anche vero che poche macchine all'epoca avevano linee aerodinamiche di questo tipo, eppure non c'è un aggancio di stile con un modello Alfa ben determinato.

Il posteriore è più blando di quello delle Berlinette Touring 8C.

Sembra che avessero tutte il fondino giallastro cosi'

Mercury 1 "Aero" e 2 "Farina", i primi due numeri del catalogo, riunite.

Un bel fascino tutt'e due, ma la Farina si rifà immediatamente all'Alfa originale di cui è una rappresentazione molto carina.

Proseguo nelle obsoleti, ma questa volta con una slot car. Di quelle decisamente rare, e neanche a provarla sulla pista di un club poiché si tratta di una slotcar mini.

Policar mini fu una serie dalla vita breve, prodotta dal 1964 al 1966. La scala è 1/60 circa e furono 4 i modelli: Ferrari 250 GTO 64, Jaguar E, Porsche 904 e Giulietta SS.

Le linee sono... caricaturali?

Certo che all'epoca, alloggiare il motore e rendere funzionale un modello coi' piccolo richiedeva qualche compromesso.

Anche il non cogliere per niente l'identità della macchina riprodotta, cf la vista laterale.

Eppure, anche se deformata, si tratta di Giulietta SS!

Il muso, insomma....

La coda invece

Ecco il fondino, con la meccanica visibile.

Ed ecco riunite le due uniche Giuliette SS slotcar d'epoca (ce ne sono pure di moderne in resina).

Due scale diverse, due caricature, ma sinceramente la National Toys è molto più riuscita in quanto a caricatura, quasi opposta nell'interpretazione filante.

Tornato dalle vacanze, dove ho avuto occasione di vedere solo pochi di voi per vari motivi, riprendo con qualche arretrato.

Comincio piccolo. Veramente, in scala N, cioè 1:160.

Questa 75 è carina.

Le foto sono venute maluccio, un modello cosi' poiccolo richiedeva più luce.

Nella confezione che indica la marca GM

Accanto alla sorella "grande", cioè in H0.

Un po' da un estrema all'altro per quanto riguarda la scala, sempre tra le novità di produzione attuale.

Mi soffermo sulla Tipo B P3, scala 1:18 della CMC che è appena arrivata nei negozi. Era annunciata da anni, ed è il solito livello qualitativo CMC. Secondo me valeva la pena aspettare e mettere un po' di soldi da parte, lasciando là la Tipo B Tecnomodel da 250€ in favore di questa, prezzo ufficiale circa 600, ma per il momento disponibile con qualche sconto. Ce ne sono su eBay, da un negozio italiano, a 510. Ho preso la mia un po' più cara ma sempre sotto al prezzo di listino.

Già all'apertura si ha a che fare con qualcosa di serio, lo dice anche la confezione con scatola di pelle dentro a quella di cartone.

Dentro scopriamo un modello ben protetto. Sono forniti un piccolo panno per la pulizia, una pinzetta e un piccolo attrezzo.

Poi scopriamo il modello stesso.

Poco da dire, molto ben fatto. Verniciatura, dettagli... I raggi sono tanti, non li ho contati, ma dobbiamo avvicinarci al numero giusto (non sempre è cosi', anche alla CMC). Mi sembra pero' che in realtà, i telai delle Tipo B 1932 erano verniciati grigio chiaro opaco, non lasciati color metallo.