GTV2000 - La Collezione

Ecco: tirata fuori dalla scatoletta, ripresa dal tre quarti anteriore, in tutto splendore. E' l'angolo che di solito si guarda per primo, anche per l'esposizione in vetrina, ed è ineccepibile.

Forme, colori, realizzazione dei dettagli, tutto a posto. Con anche, importantissimo, fari e radiatore al massimo del realismo, cosi' come ruote e gomme.

Proporzioni, "presenza", nitidezza dei dettagli, c'è tutto quello che si richiede da un modello 1/43

Anche da dietro, angolazione molto meno comune per queste auto di inizio secolo, è più che convincente.

Avete visto la scritta ALFA sul bocchettone del serbatoio?

Ebbene lo stesso "ALFA" è pure inciso sui mozzi delle ruote, più piccolo ancora - e anche difficile da fotografare.

Rendere il posto guida in foto non mi è riuscito meglio di cosi', eppure, dal vero, vale. Cosi' come gli interni.

Un piccolo appunto comunque.

Marginalmente, il mio esemplare presenta magnoni del telaio all'anteriore un pelino convergenti quando per costruzione devono essere rigorosamente dritti. Magari si vede poco, anche perché invece c'è il giusto assetto a campanatura positiva, tipica delle macchine a assale anteriore rigido, che constribuisce all'aspetto complessivo dell'anteriore.

Lo stemma sarà incollato una frazione di millimetro di lato?

Un applauso comunque.

Dal nec plus ultra artigianale all'edicola... eppure sono assai contento di questo acquisto.

Il camion FNM D-11000 è già uscito in varie varianti, per prime in collane sudamericane. La versione più carina pero', secondo me, è questa "Pecas genuinas" col bel logo FNM, ispirato allo stemma Alfa, sui fianchi.

E' uscito qualche mese fa in una collana italiana e sono risucito a prenderne un esemplare anche a meno di quanto costasse in edicola: o ha avuto proprio poco successo, o ne hanno prodotto veramente tanti.

Era uscito prima in Brasile, e fortunatamente non avevo cercato una combinazione per farne venire uno che mi sarebbe facilmente costato svariate decine di euro, anche vicino a 100 se metti prezzo+spedizione+dogana.

Ecco il logo FNM in bella evidenza

Il libretto che accompagna il camion indica che l'originale era dedicato alla consegna sul cantiere di una lunghissima strada in mezzo all'Amazonia di ricambi per i mezzi FNM utilizzati a centinaia o migliaia di chilometri dalle officine, e venivano riparati sul posto.

Il muso di questi FNM era ispirato, in modo semplificato dal punto di vista costruttivo, a quello dei T800. Infatti i primi prototipi avevano la carrozzeria degli Alfa originali, poi modificata per essere più facilmente prodotta sul posto.

Sarà meno bello del "guancione" originale, ma un suo fascino ce l'ha.

Sul fondino non reca nessuna indicazione di origine, ma sulla confezione si legge "made in Bangladesh"...

gtv2000, 1-12-2023 16:05:

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Sul fondino non reca nessuna indicazione di origine, ma sulla confezione si legge "made in Bangladesh"...

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DeAgostini FNM model is made by IXO, as in the Brasilian Altaya edicola.

AR Miniatura Fer, 01/12/2023 16:45:

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DeAgostini FNM model is made by IXO, as in the Brasilian Altaya edicola.

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Indeed it has all the common features of IXO constructions. I understand that the Italian and Brazilian editions are identical.

Nella collezione di modellini c'è del bello e del... meno bello.

Siamo nella seconda categoria con un piccolo giocattolo giapponese degli anni 60, cioè prima che imparassero a copiare bene. E quindi copiavano male.

O questa, che Alfa sarebbe?

Ma siamo sicuri che è un'Alfa?

A dire il vero ne avevo comprato una dagli USA anni fa. Come potete vedere, è talmente brutta che quella volta non mi accorsi che sulla basetta "Alfa 1300", c'era una macchinina che non c'entrava niente. Per cui da qualche parte in cantina devo avere un'altra scatola originale AHI.

Ma dai, questa volta con un po' d'immaginazione lo scudetto lo riconosco...

Perché la fiancata ha la scolpitura di una Mustang, o sbaglio?

E la coda?

Lasciamo perdere, faremo meglio la prossima volta...

Oggi una curiosità da identificare.

Il modello è un'Alfetta Gr.2 da rally, precisamente del Tour de Corse. Si tratta della vettura di Beguin/Delaval nell'edizione 1974 (Ab.).

Fin qui tutto bene, ci sono due-tre riproduzioni di questa vettura in 1/43, tra cui Tron e Progetto K.

Si vede che la carrozzeria è tutta d'un pezzo, paraurti inclusi.

Avrebbe fari addizionali, ma me n'è arrivato solo uno, staccato per cui non sono sulla foto.

Si nota anche la curiosità che il modello sia stato montato con le ruote sterzate, il ché è piuttosto carino.

Sarà anche caduta su o da un tavolo, c'è una piccola incrinatura sull'angolo del tetto, pazienza.

Comunque le proporzioni sono giuste.

Anche il posteriore, senza fronzoli, rende discretamente.

Ma la sorpresa è sul fondino.

Recita "PM KIT N° 1" ed è del 1980.

Di solito si usa "PM" come abbreviazione di Provence Moulage, ma di questo non si tratta.

Da approfondire quindi chi fu a produrre almeno un kit sotto quella marca.

Qualche anno fa, ebbi la fortuna di trovare una rarissima carrozzeria slot di TZ2 Unicar (1/24).

Purtroppo mi venne con un telaio della stessa epoca, un Russkit, che pero' non era il suo.

Ora pero' sono riuscito a recuperare un telaio slot 1/24 AGFA-Unicar da ricongiungere con la carrozzeria.

Vista cosi' ovviamente cambia poco rispetto alle foto di tre anni fa sull'altro telaio, solo le ruote sono diverse.

Pare anche strano che le regolazioni disponibili fanno il passo o troppo lungo (qui), o troppo corto nell'altra posizione rispetto alla carrozzeria.

Ma comunque i fori delle vitine di fissazione combaciano, è il suo (ma ne ho solo due giuste per ora)

E' sempre brutta, su questo concordo. Ma è una vera rarità.

Che il telaio sia quello giusto, lo si legge sul lato interno.

Ed eccolo sotto alla carrozzeria TZ2

Ho fatto oggi, approfittando di un po' di sole in un giorno in cui i treni belgi hanno deciso che non dovevo andare a Bruxelles, una piccola messinscena per la quale avevo pazientemente messi insieme i modelli che servivano.

Non sarà il massimo dell'originalità, nel senso che sono modelli comuni del commercio, la sola cosa a cui ho cercato di badare è un minimo di varietà di colori pur rimanendo nel plausibile, cioè scartando colori mai esistiti nel campionario dell'Alfa.

Lo spunto viene da una scena che è un ingrandimento di una bella foto del 1969.

Comincio dalla scena vera: siamo nel 1969, e dietro al muro esterno del Portello lato Viale Scarampo si intravvede un treno pieno di Alfa nuove: Giulie, GT e Spider, forse in fondo una 1750. Ci si puo' stupire che vetture costruite ad Arese siano pronte per la consegna al Portello. Che ci abbiano subito qualche ritocco?

Bene, si vede poco, ma ho voluto caricare un vagone plausibile per l'epoca con quella gamma di Alfa nuove in partenza. Sarei piuttosto nel 1967 in quanto la prima Giulia in alto è la mia, ancora con mascherina cromata, mista con altre con la nuova mascherina, oltre alle GT Veloce e Spider osso di seppia.

Ecco il risultato messo insieme.

Metto per riferimento l'ingrandimento della foto originale

Di quella Giulia posso anche dare il numero di telaio

Le Giulie rosse erano rare, ma per l'esportazione in Germania ne hanno fatto abbastanza.