GTV2000 - La Collezione

Ho voluto far vedere pure la cura degli interni, ma anche correggendo luce e contrasto, non mi vene meglio di cosi'.

Ecco l'unica foto che ho (sul computer) col nastro adesivo sul muso di colore verde, come l'ho fatto. Non ho capito bene durante quale sessione di prove, perché in gara il nastro era bianco.



Un'altro... giallo . Qui le pinne verticali sono bianche. Non è un riflesso, si vede su altre foto.

Qui invece le pinne sono rosse. Vedi Andrea che c'è verso disperarsi per qualsiasi modello, a furia di voler andare in cerca dell'esattezza.

Chiaramente, all'epoca di foto a colori ne avevo una o due su qualche rivista, e mi sono arrangiato.

Vabbé, poi il colore del nastro è un altro discorso.

In realtà, credo che questa sia una foto presa dopo un'uscita in prova. In una occasione durante le prove un meccanico ha sigillato il cofano con l'adesivo verde che aveva a portata (e ahimé avevo una foto proprio di quel momento - anche se poi il risultato è gradevole esteticamente, più del bianco), c'è anche qualche foto senza nessun adesivo, e come avevano fatto nel 68, per la gara, il solo lato destro delle pinne era dello stesso colore del muso (perché lato dei box).

Alla fine il mio modello è sbagliato anche perché certi adesivi come il Bosch del passaruota posteriore è stato aggiunto solo per la gara, non si vede in prova. Mi manca anche la luce per il numero di gara su fondo quadro sul lato, che era in realtà un po' più grande di come l'ho fatto (non era previsto dalla PM).

Stesso tema, due anni prima. Sempre Provence, modello senza problemi. Ma qui non avevo, all'epoca, nessuna foto a colori del lato destro, quindi non potevo sapere, dal b/n che il solo lato destro delle pinne era verde, che non si distingue dal rosso in b/n. E siccome il lato sinistro l'avevo a colori, rosso, sono andato avanti tranquillo...

Si vede un po' l'ingiallimento dei vetri e la tendenza di alcuni decals a staccarsi, purtroppo.

Sai che mi sa che è caratteristica degli acetati della Provence?

Anche la 3000CM che ho preso dall'olandese ha i vetri leggermente ingialliti, anche se di poco!

Parlando d'invecchiamento, torno un attimo sul tema delle gomme essicate. Questo deve essere un record in materia. Si tratta di un, per altro molto bello come presenza, modello Eco Design dei primi anni 80, l' 8C2300 Monza di Nuvolari al GP d'Italia 1931. In realtà, la 8C non aveva ancora le feritoie attorno al radiatore a quella gara. Ma invece, nelle altre occasioni in cui una Monza corse col #26, non aveva più i Quadrifogli, la cui posizione col triangolo sulla punta è tipica del 1931. Non chiedermi il perché.

La 8C Monza Eco Design qui sopra è datata, nel libro di Rampini, 1979. Bisogna figurarsi l'evoluzione degli standard del modellismo in 30-35 anni. Sottolineavo la "presenza" del modello, che è tutt'altra cosa che l'esatteza di linee e dettagli, perché a dire il vero non è il caso confrontare quel modello con la foto di una Monza vera. Provateci pure, io non faccio quel dispetto a chi la produsse 30 anni fa.

Per illustrare il discorso, vale la pena guardare a che cosa si doveva confrontare a quei tempi. Ricordiamo comunque che la 6C1750 Bosica, di cui si è già parlato, ma ho il kit non montato che per quanto spettacolare nel numero e la realizzazione dei pezzi, non rende come il modello finito, e del 1981, quindi solo due anni dopo. Per questo è una meraviglia.

Quindi un modello come l'ECO va confrontato a quel che, negli anni 70 era già un miracolo nel deserto, cioè le John Day, di sicuro meglio interpretate, salvo eccezione, delle concorrenti italiane FDS.

Ed ecco quindi la 8C Monza GP d'Italia '31 fatta da John Day nel 1975, quindi solo 4 anni prima.

E già che ci siamo, facciamo un salto vent'anni in avanti, per rappresentare quello che è più o meno lo stato dell'arte odierno. Non so di preciso di quale anno sia la produzione della 8C35 ABC, ma ecco il modello che ho preso di recente a GIULIASS, montato pulito immagino da lui stesso. Ho fatto un ritocco veniciando di nero la rete del radiatore e aggiungendo la scritta Alfa Romeo.

Se confrontato con John Day e, soprattutto con la FDS, c'è un bel passo avanti. Come linea, la Jonh Day non è male, e con ruote moderne credo che non sfigurerebbe tanto, anche perché la moda delle fotoincisioni, come ho già scritto, per me ha i suoi limiti oltre agli ovvi pregi. Chissà come guarderemo a questi modelli tra 20 anni...

Qui c'è da notare, purtroppo, la vistosa giunzione tra il pianale e la parte superiore della carrozzeria. Credo non fosse possibile chiudere, stuccare, e verniciare dopo, ma non ho studiato la questione avendo comprato il modello montato.

WOW!!!

Ecco qui il modello, ancora un Provence Moulage, che in pratica mi ha fatto smettere. Chi ha, o ricorda di aver visto dal vero, la 75 Turbo Gr. A della PM sicuramente ritiene che si tratta di un ottimo modello. A quei tempi pero', non mi accontentavo facilmente. Per cui, avendo anche tempo, ero andato a studiare la macchina vera esposta al Motor Show di Bologna a fine 1987, e ne avevo ricavato uno schizzo del roll bar, decisamente più sofisticato di quanto previsto dal kit. Avevo anche tutti gli articoli sulla macchina e le gare del mondiale 87. E quindi, partendo da un'ottimo kit, ahimé confrontandolo con tutte quelle foto, ho visto tutto quello che non andava.

Il paraurti anteriore e lo spoiler avevano la forma giusta, ma non erano ababstanza sporgenti. Bene, unica soluzione, ricavarne uno stampo, colare resina, asportare quello originale e rimettere quello clonato 1 o 2 mm più avanti (di preciso non ricordo), raccordando tutto. Idem per le minigonne sotto le porte, troppo poco accennate. Poi il profilo del passaruota davanti, e di qua e di là.

Vetri a filo, ci sarebbe mancato. Grazie alla sostituzioni dei vetri, mi rimanevano quelli forniti da cui ho ricavato i deflettori sagomati.

Gli interni rifatti completamente. Plancia secondo foto, sedile, roll bar, cinture, martinetti sul pianale per il sollevamento veloce, estintori, insomma tutto.

Pinze freni in stucco (per avere lo spessore) dentro i cerchi, e dischi dipinti.

Poi la scelta della versione, che doveva essere una di quelle che avevo viste dal vero alle 24 ore di Francorchamps. Ah, già, problema, i decal erano per altre gare con soli due piloti. Accidenti. Per fortuna ho trovato quei transfer a secco (che si usavano per lavori di grafica), nella gamma c'erano lettere bianche da UN millimetro d'altezza! Quelli che servivano per i nomi dei piloti sulle porte. Poi quelle da un millimetro e mezzo, nere, per il parabrezza. Applicate su foglio decal trasparente, poi da li' sull'auto. Vernicatura come si deve, ogni cosa a posto.

Ecco il risultato.