GTV2000 - La Collezione

Sfumature nell'interpretazione delle linee: la rastrematura della coda è particolarmente convincente su questa Laudo.

Il muso: fate caso allo stemma: è proprio uno stemma "Milano" nelle giuste proporzioni, coi colori giusti, qualcosa che spesso è reso in modo (molto) approssimativo.

Le cornici dei fari sono pure precisissime

Primo piano sul parabrezza. Gli interni non vengono bene a fuoco. Per certi versi sono un pelino più "cheap" della finitura esterna. Ma ecco le guarnizioni e le cerniere, e il tergi fedele in 3D. Peccato rimanga sollevato a qualche mm dal parabrezza...

Interni belli, ma non quanto quelli della DMH (vedere il dettaglio qualche pagina addietro).

La linea è giusta. Notiamo pure le farfalle di chiusura dei cofani,sono in 3D quidni più realistici dei pezzi in fotoincisione. Le prese d'aria per l'abitacolo sono realistiche ma inquesto caso forse un pelino massiccie per il semplice fatto dello spessore dell'acetato.

Dal vero, il colore dei cerchi è un po' colore plastica.

Ecco il confronto vero.

La DMH ha si' molta presenza, ma i particolari sono fotoincisi: sia le cornici dei vetri sia i particolari come i tergi e le leve di apertura sono quindi piatti, in 2D. In 1/18, è decisamente un neo rispetto al pezzo formato correttamente in 3D.

Si nota pure come la linea della Laudo sia un po' più tonda, dove invece la coda della DMH è stata marginalmente "stirata".

Ecco le code con le sfumature di forma.

La Laudoracing riproduce anche le imperfezioni del similpelle sotto al lunotto...

Hanno completato lo stemma posteriore che sulle foto d'epoca manca alla vera!

Purtroppo hanno pure preso una cantonata: ci sono dei puntini cromati cul cofano (si vedono appena su questa foto), come fossero rivetti, sotto al lunotto, che sulla vera non esistono. Mi sono ripassato bene le foto d'epoca: a me risulta siano riflessi su una di quelle foto! Idem per una rete (?) sul tetto, tra le porte: ho capito cosa hanno creduto di vedere sulla foto d'epoca (riflesso o difetto di stampa), ma le altre foto, sotto altri angoli, smentiscono assolutamente ci sia un uscita d'aria o qualcosa del genere in quella zona.

Eccole tutte e tre.

Difficile parlare della Autoart perché oltre ad essere molto bene rifinita, è l'unica ad essere apribile e a riprodurre la meccanica, quindi non si discute. Ed è pure un altro esemplare, quello del museo, per cui i particolari differiscono.

Dall'alto si nota una DMH un po' più lunga. La forma della coda forse si intuisce meglio qui: la DMH un pelino più lunga, Autoart e Laudo più simili tra di loro.

Le cornici delle porte sul tetto: sia Autoart (anche perché apribile) che Laudo hanno riprodotto il bordo cromato sul tetto stesso, separato dalla cornice della porta. Sulla DMH, la realizzazione in fotoincisione ha permesso un solo listello: semplificazione sul modello più caro di listino!

Il fondino della Laudoracing: telaio e meccanica per lo più incisi nel fondino.

In confronto, si vede che sull'Autoart è riprodotta tutta la meccanica, anche da sotto.

Ma dietro sulla DMH manca lo stemma...tra la scritta Alfa Romeo...

ambulancedriver, 11/10/2023 10:49:

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Ma dietro sulla DMH manca lo stemma...tra la scritta Alfa Romeo...

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Si', appunto, sulle foto del prototipo nel 1967, mancava lo stemma, e di vedono i due fori.

Ottima e precisa analisi Patrizio.
Personalmente non ho ancora visto il modello Dmh, ma per avere modelli in 1/43 la qualità c'è.

Possiedo tutte e tre le versioni della Stradale de Laudo e dell'Autoart e devo dire che per il prezzo abbiamo modelli di qualità.

Non vedo l'ora di vedere l'Alfa Romeo 164 V10 Procar

Autodeltat33, 11/10/2023 18:33:

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Ottima e precisa analisi Patrizio.
Personalmente non ho ancora visto il modello Dmh, ma per avere modelli in 1/43 la qualità c'è.

Possiedo tutte e tre le versioni della Stradale de Laudo e dell'Autoart e devo dire che per il prezzo abbiamo modelli di qualità.

Non vedo l'ora di vedere l'Alfa Romeo 164 V10 Procar

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Ti faccio vedere la DMH la prossima volta che vieni a trovarmi!

Riporto qui le foto di un'altro esemplare di 33 Stradale Laudoracing, questa volta la versione "di serie" a faro singolo.

L'esemplare non è mio, è di un collezionista francese che ha condiviso su un forum Alfa francese.

Volevo far notare un dettaglio che mi era sfuggito in quanto avevo scelto senza esitazione la versione prototipo 1967, per me la più bella.

Per la versione a faro singolo, hanno riprodotto un esemplare che non è mai stato venduto cosi' come illustrato, che io sappia. Il particolare specifico sono le frecce poste in cima ai fari.



Tutti gli esemplari conosciuti hanno le frecce sui lati. Eppure esiste una serie di foto, presumibilmente di fabbrica, con le frecce sopra.



Mi pare di capire che l'esemplare puo' essere identificato con uno oggi esistente (uguale nei finestrini, reti di uscita d'aria, tergi, ecc.), ma ora con frecce sui lati.

Strano pero' che abbiano verniciato le reti di rosso, sembrano nere sulle Stradali.



Forse Claudy puo' confermare?

Ciao Patrizio,
Naturalmente ho preso i tre modelli Laudoracing. 😉

Per la versione con faro semplice, sorprendentemente hanno riprodotto un modello particolare.
Questa vettura è per me il primo semplice modello di punta presentato nel 1968 al Salone di Ginevra (photo 1) e alla "Mostra di vetture da competizione" (photo 2&3).
Il modello Laudoracing è molto fedele alle foto d'epoca ad eccezione di una copertura che era sulle trombe di aspirazione, non presente sul modello(photo 5)
Per quanto riguarda le griglie, ho una foto in cui sono rosse (photo 4) e altre piuttosto nere




Ciao tutti

Grazie!

Confermi che l'esemplare è stato poi modificato con frecce sui lati, o ti risulta che esiste ancora cosi'?

Questa vettura è stata modificata e potrebbe essere l'auto venduta a Suzy Reganelli

Autodeltat33, 01/11/2023 15:50:

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Questa vettura è stata modificata e potrebbe essere l'auto venduta a Suzy Reganelli

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Le mie più sincere congratulazioni per la impeccabile competenza a proposito della 33.
Quando avrò dubbi relativi a questa serie, mi rivolgerò certamente a Lei.

Torno ad un (bel) modello già evocato molti anni fa, perché ne avevo in collezione un esemplare imperfetto già da moltissimi anni, confrontato qui con l'Hasegawa, pure slot 1/24

Ci sono almeno 5 diversi modelli di Canguro slot 1/24, l'Hasegawa, la Climax, la carrozzeria soffiata Detail Models, e le due di cui oggi, l'Atlas e la Midori, che condividono la stessa carrozzeria.

La Midori è montata su un telaio tubolare in ottone, molto riconoscibile.

Si possono riconoscere anche gli inserti nei cerchi, assai simili ai cerchi specifici della Canguro.

L'Atlas invece ha un più comune telaio "scatolato", non saprei se di alluminio o zincato, non avendo fatto la prova della calamita.

La carrozzeria è quindi la stessa, ma gli inserti dei cerchi sono diversi.

Un giocattolo da Hong Kong. Una macchinina in plastica. Un po' approssimativa...

Ma un giocattolo venduto per lo più negli USA, mai visto qui in Europa. Quindi di per sé non tanto raro né caro, solo che bisogna farlo venire fin qui.

Avendo un amico negli USA aiuta, come sempre serve pazienza perché "poco raro" rimane relativo, quindi per trovare un esemplare a prezzo conveniente, ci vuole anche l'occasione, aspettata per anni ma finalmente, un'altro buco nella collezione è colmato.

Ecco quindi la TZ di Durham in 1/43.

La prima cosa che colpisce è l' "improbabile" taglio del cofano !

E pure l'apertura eccessiva dei finestrini, dettato dagli sportelli apribili. Che abbiano pensato che i ragazzini che ci avrebbero giocato avessero dita grosse?

Comunque sembra pacifico che non avessero una foto di TZ con cofano aperto...

Vabbè i cerchi, è un giocattolo. I colori? Mah...

Vista da dietro, ma anche considerando i fari un po' piccoli e la linea generale, mi sembra probabile che abbiano preso come modello una TZ della Solido, che ha una coda proprio simile.

Il fondino riporta "Durham Industries", "Free Wheelers" (sarà la serie?) e Made in Hong Kong.

Ah, pure "Alfa Romeo".

Mentre in altra sezione discutiamo la 6C1750 GCAM con qualche dubbio, condivido qualche foto della realizzazione magistrale di Maurizio, che non ho ancora avuto occasione di ringraziare. In questi giorni di quasi inverno dalla scarsa luce, difficile trovare un momento per le foto, che infatti risentono un po' dalle condizioni.

Insomma come si poteva già desumere dalle foto pubblicate, questa Limousine Bollani su telaio G1 è un capolavoro, non ci si stufa di guardarla.